Tombe a Canosa. Foto: Canosaweb

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Tombe a Canosa. Foto: Canosaweb

Canosa, anche due archeologhe tra i 19 indagati per la distruzione di una necropoli

Canosa (Bt). Diciannove persone, tra cui due archeologhe, sono indagate per danneggiamento di beni storici e artistici e frode in appalti. Le due professioniste che insieme ad altre 17 persone (anche funzionari del Comune) lavoravano per l’ampliamento del cimitero di Canosa di Puglia e in altre vicine località disseminate di antiche necropoli si sarebbero messe d’accordo per ricoprire, e forse asportare, i  reperti delle tombe che riemergevano  numerosi  dagli scavi.
Secondo quanto emerso dalle indagini del magistrato Michele Ruggiero della procura di Trani, le persone incaricate dei lavori (finanziati per 6 milioni di euro) del nuovo cimitero e  del consolidamento di alcuni ipogei, tra queste le due archeologhe, avrebbero concorso a commettere la frode nella esecuzione dell’appalto impedendo di far eseguire i controlli di archeologia preventiva, controlli preliminari imposti dalla legge all’avvio dei lavori di ampliamento del cimitero che si trova, come tutta Canosa, in una zona tutelata e vincolata.

Nonostante i vincoli, da anni Canosa è uno dei luoghi dove il traffico dei materiali archeologici da parte di scavatori clandestini e tombaroli è tra i più alti del Paese. I verbali delle forze dell’ordine dicono che prima dell’arrivo degli esperti antropologi, incaricati di studiare gli scheletri della necropoli, alcuni indagati avrebbero sminuito il valore dei ritrovamenti archeologici nelle relazioni alla Soprintendenza.

Tombe a Canosa. Foto: Canosaweb

Tina Lepri, 14 marzo 2016 | © Riproduzione riservata

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