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Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoliLa mostra di Wolfgang Voegele (Germania, 1983) alla galleria annarumma, dall’8 giugno al 29 luglio, è significativamente intitolata «Straw Dog», espressione che viene utilizzata per alludere al «capro espiatorio»
La pittura, che è l’ambito privilegiato in cui agisce l’artista, è il pretesto per rivelare il processo intellettuale che ristabilisce un nuovo equilibrio tra il concetto germinale e l’intuizione. Voegele dapprima realizza alcuni bozzetti digitali, le cui forme semplici e sintetiche vengono riportate su tela. Tale passaggio determina un’inevitabile trasformazione del segno perché l’introduzione di nuovi elementi pittorici evidenzia la discontinuità esistente tra idea iniziale e successivo sviluppo esecutivo.
Dopo avere restituito sulla tela il disegno realizzato al computer, l’artista interviene su di esso utilizzando il colore nero a olio (o anche il giallo come nella serie «Cut paintings») e agendo con una spazzola a setole e con un pennello rotto, instaurando un rapporto fisico con il colore e il supporto.
Voegele lavora sulla necessità della messa in discussione del bozzetto iniziale, modificando in parte il suo significato, fino a fare emergere la sua irrilevanza rispetto al fare pittorico. Al concetto subentra, quindi, l’intuizione che introduce elementi inizialmente assenti, ma che, dati in pittura, diventano segni portatori di significati altri che consentono inaspettate associazioni percettive con paesaggi, boschi e corpi non dipinti ma allusi solo dalle forme e dal colore.
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