Bonus 110% più forte della Street art

Che il sindaco di un borgo cancelli il simbolo del rilancio del suo paese per prendere un incentivo, per quanto legittimo ci sembra poco opportuno

Un murales di Civitacampomarano
Nicolas Ballario |

A me non stanno un granché simpatici gli street artist che piangono il morto quando i loro murales vengono cancellati, rimossi o abbattuti. È insita nella natura stessa di quel tipo di opere la possibilità che succeda e gli artisti lo sanno. L’esempio più lampante l’abbiamo visto nel 2016 a Bologna: quando Blu, il più celebre autore italiano di arte urbana, decise di cancellare tutti i suoi murales per protesta contro il fatto che il presidente di Genus Bononiae, Fabio Roversi Monaco, avesse chiesto e ottenuto il permesso di staccarne due da altrettanti muri di palazzi che stavano per essere abbattuti, per esporli a Palazzo Pepoli.

A Blu questa decisione non piacque e fece una cosa davvero poco carina: cancellò decine di disegni da lui realizzati, in clandestinità e nel corso di vent’anni, in giro per la città. Eh no! Così no! Se tu decidi di fare opere senza nessun permesso, per quanto apprezzate nel momento in cui le hai fatte non sono più tue, ma diventano della collettività e ogni artista deve stare al gioco, mettere in conto che la Street art possa scomparire, spostarsi o addirittura essere «sfruttata» nel seguire le evoluzioni urbane.

Il discorso è complesso, naturalmente ci sono eccezioni ed eccomi venire al punto: da qualche anno un piccolo borgo molisano che si chiama Civitacampomarano è risorto dal punto di vista turistico proprio grazie alle bombolette, perché la nota street artist romana Alice Pasquini (che conosceva il paesino perché il nonno era il medico condotto) ha deciso di chiamare artisti urbani da tutto il mondo per un festival con il quale sono stati realizzati decine di murales, che ogni anno attirano migliaia di persone in pellegrinaggio.

Quel posto è rifiorito grazie all’arte e questo esempio ci riempie di gioia. Un’opera in particolare è diventata il simbolo di questa rinascita ed è proprio di Alice Pasquini. Ora sta per sparire, perché il proprietario della casa in questione, per prendere il superbonus edilizio del 110% previsto dal Decreto Rilancio del 2020 che include la ristrutturazione delle facciate, lo cancellerà.

E sapete chi è il proprietario? Il sindaco. Ecco, va bene tutto, ripetiamo che siamo per un approccio laico, che non crediamo che queste opere siano intoccabili, però che il sindaco di un borgo cancelli il simbolo del rilancio del suo paese per prendere un bonus, per quanto legittimo ci sembra poco opportuno.

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