Assurdo limitare per età o prezzo. Quello che conta è il «valore identitario»

Anna Coliva, direttrice della Galleria Borghese di Roma, interviene sulla nuova legge, in via di approvazione, per le esportazioni dei beni culturali. E fa il caso di Luca Giordano e dell’arte post seconda guerra mondiale

Edek Osser |  | Roma

Tra pochi giorni, entro giugno, la Camera, come già il Senato lo scorso 3 maggio (cfr. lo scorso numero, p. 1), dovrebbe approvare definitivamente la legge che cambia le regole per l’esportazione dei beni culturali. Due le principali innovazioni: la possibilità di esportare liberamente opere di autori non più viventi realizzate negli ultimi 70 anni (prima erano 50) e qualunque oggetto d’arte che un’autocertificazione affermi di valore non superiore a 13.500 euro (salvo intervento delle Soprintendenze). Su questa legge è esplosa una forte polemica: in sostanza queste norme, chieste da tempo e concordate con antiquari e case d’asta, sono avversate soprattutto da quegli storici dell’arte (come Salvatore Settis e Tomaso Montanari) che vedono in questa parziale liberalizzazione una resa al mercato e il rischio di impoverire il nostro patrimonio artistico. Inoltre vengono paventate difficoltà
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Edek Osser