Assessori d'Italia: Stefano Bruno Galli

LOMBARDIA | Assessore all’Autonomia e Cultura

Stefano Bruno Galli
Ada Masoero |  | Milano

Come Assessorato, che cosa siete stati in grado di fare in questi mesi di pandemia?
«Potrebbe sembrare l’elenco della spesa, ma ad aprile abbiamo effettuato un anticipo straordinario dei contributi di gestione alle fondazioni partecipate (Teatro alla Scala, Piccolo, Teatro Grande di Brescia, Pomeriggi Musicali, Centro Teatrale Bresciano, Orchestra Verdi), a OperaLombardia, ai Teatri di Tradizione, agli enti capofila dei circuiti “Lombardia spettacolo dal vivo”, ai soggetti accreditati per la produzione teatrale, per l’organizzazione di festival di musica e di danza, per la promozione educativa e culturale, al Centro Nazionale di Produzione Danza e alla Fondazione Cineteca italiana, alle fondazioni partecipate museali (Stelline, Triennale, Museo della Scienza e della Tecnologia). Abbiamo incrementato la dotazione finanziaria prevista dal bando per la ristrutturazione e l’adeguamento tecnologico delle sale dello spettacolo. A giugno abbiamo emesso il bando “R-esistiamo insieme Lombardia”, per immettere liquidità immediata nel settore della cultura. A luglio siamo usciti con il bando “Ri-vivi la Lombardia”, finalizzato al sostegno di eventi e manifestazioni culturali estive e a promuovere il ritorno alla normalità occupazionale dello spettacolo dal vivo. Abbiamo finanziato le imprese culturali e creative, che rappresentano una bella realtà lombarda, e le attività di spettacolo. Abbiamo emesso il bando “Next” per la produzione e la distribuzione di spettacoli dal vivo e rifinanziato il bando per la ristrutturazione del patrimonio ecclesiastico. Abbiamo tenuto aperti i teatri di OperaLombardia, con gli spettacoli in streaming».

Che cosa avreste voluto ma non siete riusciti a fare?

«Avremmo desiderato vedere crescere l’offerta culturale complessiva della regione, non già intervenire in soccorso per evitare il collasso dei luoghi della cultura (musei, teatri e cinema) in Lombardia».

Quanti fondi avete avuto a disposizione nel 2020? E quanti fondi, tra ordinari e straordinari, avete messo a bilancio per il 2021?

«Abbiamo avuto a disposizione 12 milioni di euro circa, per effetto di una decurtazione intorno al 70%, e ne abbiamo messi a bilancio circa 30 per il 2021».

Che cosa vorreste fare in futuro, con quali finanziamenti e collaborazioni con altri soggetti?

«È fondamentale promuovere la valorizzazione integrata dell’offerta culturale territoriale per guardare al futuro del sistema culturale regionale con fiducia. In questa direzione, la Lombardia può davvero fare scuola e imporsi come modello a livello nazionale. È altresì necessario rafforzare il rapporto tra pubblico e privato, poiché gli investimenti dei privati rappresentano oltre il 50% degli interventi nel settore della cultura in Lombardia».

L'inchiesta è pubblicata nel numero di marzo del Giornale dell'Arte e sarà disponbile online nel corso del mese.

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