Assessori d'Italia: Mauro Felicori
EMILIA-ROMAGNA | Assessore alla Cultura e al Paesaggio

Quali iniziative o indirizzi avete attuato durante l’anno di pandemia?
«Prima di tutto la Regione ha cercato di dare voce al settore cultura, privato e pubblico, dialogando con il Ministero per i Beni e le Attività culturali e il Turismo (ora Ministero della Cultura, Ndr) sui provvedimenti volti a riparare ai danni dell’epidemia, con un occhio particolare ai lavoratori atipici. Abbiamo esercitato una pressione continua sul Governo, sia per il tramite della Conferenza delle Regioni, sia direttamente perché fosse autorizzata l’apertura di musei, biblioteche, archivi, cinema e teatri con l’adozione di stringenti regole di sicurezza. Abbiamo poi adottato una serie di interventi di emergenza, per dare occasioni di lavoro agli artisti: con “Viralissima” abbiamo registrato nei club e trasmesso nella nostra tv (Lepida) oltre quaranta concerti di artisti emiliani e romagnoli; abbiamo aumentato la dotazione della Film Commission per le produzioni regionali; finanziato 12 nuove produzioni di teatro e danza; impegnato mezzo milione di euro per imprese creative su progetti di innovazione post Covid-19. Infine, il progetto molto apprezzato di acquisto di opere d’arte per arricchire le già notevoli collezioni del nostro ente con opere dei giovani di oggi. Abbiamo inoltre reso flessibile l’applicazione delle leggi, soprattutto quelle che erogano contributi, per tenere conto dell’ambiente sfavorevole per le attività, e insieme abbiamo accelerato le procedure per migliorare la liquidità delle realtà culturali. In generale abbiamo cercato di essere a fianco del mondo della cultura, offrendo consulenze tecniche, interpretazioni, o anche “solo” ascolto».
Che cosa avreste voluto mettere in campo, senza ancora esserci riusciti?
«La lista delle occasioni perdute, del tutto o in parte, è lunga: il centenario di Federico Fellini e di Tonino Guerra, il bicentenario di Pellegrino Artusi, il rinvio di Parma Capitale Italiana della Cultura, i danni a formidabili mostre come quella di Ulisse a Forlì, del Polittico Griffoni e sugli Etruschi a Bologna; la soppressione delle stagioni d’opera e della musica, con il “Don Juan” dell’Aterballetto fermo all’inaugurazione. Noi vorremmo riaprire al più presto tutti i luoghi della cultura, funzionare anche parzialmente, ma non chiudere mai».
Quanti fondi il suo Assessorato ha avuto al disposizione nel 2020? E quanti saranno messi a bilancio per il 2021?
«Il 2021 prevede la conferma dei fondi che erano nel bilancio preventivo 2020, ma confidiamo in variazioni in aumento in corso d’anno. In ogni caso la spesa per la cultura era già triplicata nel quinquennio precedente».
L'inchiesta è pubblicata nel numero di marzo del Giornale dell'Arte e sarà disponbile online nel corso del mese.