ArteFiera, il futuro è iniziato

Funziona l’operazione Vettese: la qualità premia e gli assenti stavolta hanno torto

Enrico Castellani, 1,4 milioni di euro. Jerome Zodo Gallery, Londra
Jenny Dogliani, Franco Fanelli |

Bologna. Con Angela Vettese, ArteFiera (BolognaFiere 27-30 gennaio) fa un passo avanti sulla strada della rifondazione. La riduzione delle gallerie mette d’accordo gli espositori interpellati che rilevano, però, la mancanza di colleghi e compratori internazionali. Insomma, se le Italian Sales dello scorso ottobre confermano il successo dell’arte italiana, confermano anche che per vendere pezzi importanti bisogna attrarre collezionisti stranieri, distratti, almeno in parte, dalla concomitanza di Artgenève.
E così a Bologna (che di certo non gode delle agevolazioni fiscali svizzere) tra molti dipinti seguiti da sculture e fotografie da 10mila al milione con punte sino a 5 milioni di euro, i galleristi hanno lavorato bene nella fascia medio-bassa e faticato con il salire dei prezzi oltre i 200/300mila euro. Non a tutti è piaciuta la scelta di mescolare storicizzato e contemporaneo. Tra questi Stefano
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© Riproduzione riservata Marco Cingolani, 80mila €, Thomas Brambilla (Bergamo) Il paravento di Balla nello stand della Galleria Torbandena di Trieste Mario Schifano, 30mila €,  Stefano Forni, Bologna Debora Hirsch, 16mila euro, Flora Bigai, Pietrasanta Omar Hassan, 16mila euro, Continiart UK Lo stand della Galleria Verolino di Modena con la scultura di Bertozzi & Casoni «Brillo box con pappagalli», l'arazzo in lana di Enzo Cucchi tessuto amano da Ateliers Pinton, un tappeto in lana di David Tremlett Heinz Mack, 300mila €, Cortesi (Lugano, Londra) Lucio Fontana, 5 milioni di euro, Mazzoleni, Londra-Torino Marc Quinn, 400mila €, ProjectB (Milano)
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