Arte, moda e musei tra hashtag e realtà virtuale

Tito Agujari, «Ritratto di Anna Lucy Lamb Hermann», 1880, Trieste, Galleria Nazionale d'Arte Antica
Maurizio Francesconi |

Roma. La moda conferma sempre più la sua importanza all’interno delle strategie non solo del Mibact ma anche di società come Google, in particolare riguardo alle politiche museali, social e non soltanto. Il primo progetto riguarda la campagna social del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, che passa attraverso lo storico binomio arte e moda nelle collezioni dei museitaliani con una serie di locandine digitali che per tutto giugno animeranno il profilo Instagram degli oltre 420 musei, parchi archeologici e luoghi della cultura statali. I protagonisti sono abiti da sera e da ballo come anche della vita quotidiana insieme a cappelli, pendagli, bracciali, acconciature, collane di vari periodi storici a raccontare l’evoluzione della storia del costume prima e della moda poi. Dal particolare del dipinto della regina Maria Teresa d’Asburgo Lorena di Francesco Torr, conservato alla
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© Riproduzione riservata Yinka Shonibare, Henry James e Hendrik Christian Andersen, manichini a grandezza naturale, abiti realizzati in cotone stampato 2001, Roma, Museo Hendrik Christian Andersen Paolo Caliari detto Paolo Veronese, «Matrimonio mistico di santa Caterina», particolare, 1575 circa, Venezia, Gallerie dell'Accademia Angelo Litrico, Smoking (1962) e Lorenzo Riva, Abito da gran sera (1990 circa), particolare, Roma, Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti decorative, il costume e la moda dei secoli XIX e XX
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