Arte e propaganda fascista: quando la Primavera di Botticelli andò in tournée in America
Un volume di Lorenzo Carletti e Cristiano Giometti ripercorre il «folle biennio» 1938-1940 e i rocamboleschi trasbordi di capolavori nostrani a fini promozionali

L’arte del Rinascimento venne usata dal Regime Fascista come strumento di propaganda, in modo complesso e articolato. Il notevole volume di Lorenzo Carletti e Cristiano Giometti, frutto di una lunga e appassionata ricerca, fa il punto specialmente sul folle biennio 1938-1940, in cui molti capolavori ebbero il destino di venire sballottati da una parte all’altra del mondo, in un vero e proprio delirio diplomatico-promozionale.
Gli autori ricostruiscono efficacemente i retroscena della «Mostra del ritratto italiano» a Belgrado (1938), intesa a siglare i patti con il despota locale Milan Stojadinović. Non meno rocamboleschi i trasbordi verso gli Stati Uniti nel 1939, per le due Grandi Esposizioni, rivali, a New York, gigantesca e affollatissima e a San Francisco, approdando poi al MoMA. In esposizione erano i pesi massimi del canone artistico nazionale, da Masaccio, alla «Primavera» di Botticelli, alla
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