Arienti è un alchimista
A San Marino quattro sedi ospitano una mostra diffusa dell’artista lombardo

Stefano Arienti (Asola, 1961) ridà un ulteriore significato agli oggetti quotidiani. Si nota anche nell’attuale percorso organizzato in quattro sedi: la Galleria Nazionale, le Cisterne di Palazzo Pubblico, l’ex Galleria Ferroviaria Il Montale e la galleria Claudio Poleschi Arte Contemporanea.
Qui, fino al 31 gennaio, Fabio Cavallucci firma «Altana. Stefano Arienti» che parte proprio alla Poleschi con lavori recenti alternati ad altri più datati. E poi le tre installazioni create appositamente nelle altre sedi.
«Alla Poleschi, spiega il curatore, c’è una piccola antologica con gran parte delle tipologie di opere che Arienti ha realizzato nel corso della carriera, dai manifesti traforati ed esposti dal retro, come cartoni per sinopie, ai puzzle in cui alcune tessere applicate sopra l’immagine di base danno il senso di rilievo, dai più recenti banner stropicciati ai lavori in pongo su manifesti di celebri dipinti impressionisti. Le opere si estendono nel retro dello spazio, a confronto con altri artisti della galleria, da Schnabel a Kounellis, a Ontani. Per la Galleria Nazionale Arienti ha realizzato cinque grandi disegni su telo antipolvere che rappresentano delle viste dall’alto del Titano. Per le Cisterne ha creato una sorta di grande immagine d’Europa fatta di barattoli di vetro, che balugina nella penombra come nelle immagini delle riprese satellitari notturne del nostro pianeta. Infine c’è l’intervento nella ex Galleria Ferroviaria, il “Castello”. Quest’ultimo, conclude Cavallucci, è il lavoro più concettuale, meno appariscente, ma che racchiude anche gran parte del senso della produzione di Arienti che in qualche modo è sempre un’attività alchemica, presuppone una trasformazione».