Apre il museo Libero D’Orsi

A Castellammare di Stabia ottomila reperti nella reggia di Quisisana

Questa figura di pastore (particolare) è uno degli ottomila reperti rimasti sigillati per più di un ventennio nel vecchio antiquarium statale di Stabiae
Carlo Avvisati |  | CASTELLAMMARE DI STABIA

Sono stati trasferiti nella reggia borbonica di Quisisana gli ottomila reperti rimasti sigillati per più di un ventennio nel vecchio antiquarium statale. Marmi, ori, affreschi, ceramiche locali ed etrusche, provenienti da tutto l’Ager stabianus, trovarono posto nell’antiquarium a partire dal 1958.

L’area espositiva si sviluppa su due piani della reggia, concessa in uso al Mibact con un accordo tra il Comune di Castellammare di Stabia e il Parco archeologico di Pompei. È prevista una rotazione dei reperti esposti. Quelli non in mostra nella reggia, o in giro per gli allestimenti espositivi internazionali del Parco pompeiano, verranno custoditi in un deposito di circa 600 metri quadrati.

Al progetto museale hanno partecipato il direttore ad interim del Parco di Pompei Massimo Osanna (dal primo settembre Direttore Generale dei Musei), il direttore dell’ufficio scavi di Stabiae Francesco Muscolino e il sindaco stabiese Gaetano Cimmino.

La concessione delle sale al Mibact ha durata venticinquennale, prorogabile per altri dieci anni. Il museo (che apre al pubblico il 24 settembre) è intitolato a Libero D’Orsi, il preside di scuola media che negli anni Cinquanta profuse denaro e impegno per riportare alla luce le prime tracce della città romana.

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