Apollo è un’icona pop

Nel Musée Juliobona, in un percorso articolato in cinque sezioni, le antichità della sua collezione dialogano con lavori contemporanei

«Hipster in Stone Apollo» (2015), di Léo Caillard. Cortesia dell’artista
Luana De Micco |  | Lillebonne

Il celebre Apollo di Lillebonne, la monumentale statua di bronzo dorato alta 1,94 metri, vestigia dell’antica Gallia, conservata al Louvre dal 1853, fu rivenuto a Lillebonne, in Normandia, nel 1823. In occasione dei 200 anni dalla scoperta, dal 15 aprile al 30 novembre il Musée Juliobona, museo gallo-romano che conserva i reperti trovati negli scavi dei siti archeologici locali nel corso dell’800, dedica al dio del sole una mostra a tutto tondo, tra mito e immaginario, «Apollo, chi sei? Da Juliobona alla cultura Pop».

Juliobona, oggi Lillebonne, fu fondata nel I secolo durante il regno di Augusto nell’antica regione della Gallia Belgica. Era la capitale della tribù dei Caleti, popolazione celtica insediatasi nella regione già nel III secolo a.C. Juliobona fu una città fiorente grazie al suo porto sulla Senna e alla sua collocazione lungo l’asse stradale che collegava Lutetia, l’antica Parigi, a Caracotinum, l’attuale Honfleur.

Tra le vestigia di quell’epoca, oltre all’Apollo del Louvre, c’è anche il Grande mosaico di Lillebonne, conservato nel Musée des Antiquités di Rouen e rinvenuto nel 1870 nei pressi dell’antico teatro romano, scavato tra il 1822 e il 1840, e restaurato di recente grazie ai fondi del Loto du Patrimoine. A Lillebonne una nuova missione di scavi è stata avviata nel 2021. Le autorità locali hanno lanciato un programma per valorizzare il sito gallo-romano e il museo, e la mostra su Apollo rientra in questa dinamica.

Il percorso, in cinque sezioni, tematico, multidisciplinare ed eclettico, espone opere antiche e contemporanee, dalla statua in bronzo dell’Apollo di Vaupoisson del I-II secolo, prestata dal Musée des Beaux-Arts et d’Archéologie di Troyes, al foto-dipinto «Apollon (Jean-Christophe Blin)» (2005) del duo Pierre et Gilles. Prestiti arrivano da istituzioni parigine come i musei del Louvre, Carnavalet e d’Orsay e dalla Bibliothèque nationale de France, e francesi, tra cui il Musée de l’Arles antique e il Musée des Beaux-Arts di Nantes.

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