Angelika Kauffmann, la donna più colta d'Europa

Delle circa 100 opere in mostra, molte sono esposte in pubblico per la prima volta

«Cleopatra decora la tomba di Marco Antonio» (1769-70 ca), di Angelika Kauffmann (particolare). © The Burghley House Collection, Stamford/ Foto/ AKRP, Inken Holubec
Francesca Petretto |

Düsseldorf. Qualche mese fa lo statunitense Baltimore Museum of Art aveva annunciato la decisione di compiere un «doveroso passo avanti contro una vergogna su scala mondiale», quella che ha relegato le artiste nei depositi dei magazzini dei grandi musei, creando contemporaneamente il mito del genio di molti loro colleghi maschi: da quest'anno in poi si acquisteranno a Baltimora solo opere d’arte realizzate da donne.

Da qualche anno a questa parte anche molti musei tedeschi hanno effettuato un’affine e vincente, in termini di gradimento da parte del pubblico, inversione di rotta, allestendo mostre con protagoniste famose artiste del passato cadute dagli anni Cinquanta in poi nel dimenticatoio: dalla Nationalgalerie di Berlino allo Städel di Francoforte, dallo Schirn Museum alla Kunsthalle St. Annen alla Berlinische Galerie.

In collaborazione con la Royal Academy of Arts di Londra, il Kunstpalast di Düsseldorf dedica questa sua «Angelika Kauffmann: artista, donna di potere, influencer» alla «donna più colta d’Europa» (così la definì il filosofo Johann Gottfried Herder): la pittrice svizzera di formazione italiana Maria Anna Catharina Angelika Kauffmann (1741-1807).

Artista cosmopolita, lodata da Johann J. Winckelmann e Goethe su tutti, realizzò dipinti un tempo celeberrimi oggi custoditi agli Uffizi e in altri importanti musei italiani, conseguì il diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze, fu nominata «membro d’onore» all’Accademia Clementina di Bologna, invitata dalla regina di Napoli Maria Carolina a diventare pittrice di corte, amica di Anton Raphael Mengs, Giovanni Battista Casanova, Gavin Hamilton, Pompeo Batoni e Giambattista Piranesi, insomma tutti i più grandi artisti e intellettuali europei del suo tempo.

Nel suo periodo italiano, una volta raggiunto uno straordinario successo nella ritrattistica, si dedicò alla raffigurazione di soggetti storici che prediligeva sintetizzando sapientemente motivi e caratteri neoclassici con quelli del classicismo seicentesco di Reni, Carracci e Guercino.

Con la curatela di Bettina Baumgärtel, Kunstpalast dedica alla donna artista, imprenditrice e viaggiatrice nonché antesignana dei moderni influencer una ricca, stupefacente mostra con importanti prestiti internazionali, prorogata fino al 12 luglio. Delle circa 100 opere presenti (dipinti, grafica e sculture) molte saranno esposte in pubblico per la prima volta in assoluto.

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