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Ancora nei depositi i 300mila volumi di Marotta

Il rischio è che cali il silenzio sullo scandalo dei 300mila volumi oggi dispersi in decine di depositi degradati acquistati dall’avvocato filosofo Gerardo Marotta, morto lo scorso gennaio, dopo aver impiegato tutta la vita e tutti i suoi averi per costruire e difendere negli anni un eccezionale patrimonio, «fondamentale crocevia della cultura europea che non ha eguali al mondo», secondo l’Unesco.


La storia inizia a Napoli nel 1975 nello storico palazzo Serra di Cassano dove Marotta, prima brillante avvocato e tra i massimi esperti di diritto amministrativo, inaugura il sogno, la passione di sempre, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, con la Biblioteca che si arricchisce di migliaia di volumi antichi scovati da Marotta in tutta Europa e dove tutti i maggiori esperti italiani e stranieri della storia del pensiero iniziano i loro storici seminari e incontri con migliaia di studenti. Da Eugenio Garin a Karl Popper, da Rita Levi-Montalcini e Carlo Rubbia a Ernst Gombrich: François Mitterrand era di casa nell’Istituto e volle in Francia la mostra che Marotta allestì a Napoli sul bicentenario della Repubblica Napoletana del 1799.


La fama internazionale, poi, l’inizio del tracollo vero e proprio: nel 2002 il Miur escluse l’Istituto da un bando di finanziamento per 12 milioni di euro e dal 2010 Marotta fu privato del tutto dei contributi pubblici. I 300mila volumi finirono, impacchettati, in vari depositi fatiscenti, appartamenti e capannoni vicino a Napoli, per i quali Gerardo Marotta, indebitandosi, riuscì a pagare, per un certo tempo, parte degli affitti. Poi il colpo più grave nel 2015: quaranta antichi libri messi all’asta, in vendita giudiziaria, per coprire i debiti dell’affitto di uno dei depositi. È la prima volta che l’Istituto perde volumi di gran pregio messi insieme da Marotta in 40 anni di ricerche. Si spera in un finanziamento della Regione o del Comune. Invano: libri di medicina, storia, filosofia, poesia, editi tra il XVI e il XIX secolo, finiscono nelle mani di un solo anonimo acquirente. Quell’asta fu un colpo tremendo per Marotta, la perdita soprattutto di due cinquecentine, di un libro su Napoli stampato dal mitico editore Ricciardi nel 1742 e una Gerusalemme Liberata del 1888. Ma il dolore più cocente fu la vendita di Elementi di metafisica di Antonio Genovesi edito a Napoli nel 1760. «Genovesi occupò la prima cattedra di Economia politica in Europa, disse Marotta, e da quella posizione combatté le sue tante battaglie per una maggiore attenzione al sociale da parte dell’economia».


Oggi, a cinque mesi dalla morte di Marotta, qualcosa si sta muovendo concretamente per salvare la biblioteca: Massimiliano Marotta, avvocato come il padre, è diventato presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, il cui obiettivo primario è riunificare la biblioteca e liberare i libri, che intanto (e solo in parte, dopo la morte di Gerardo Marotta) l’Amministrazione comunale ha provveduto a trasferire in capannoni sorvegliati, concessi in comodato d’uso gratuito, come quello di Arzano, vicino a Napoli. Rimane il problema di altri locali per i quali l’Istituto sta ancora pagando un canone.


Il sindaco De Magistris ha promesso di fare di Monte di Dio, la collina di Pizzofalcone che fa parte del quartiere San Ferdinando ricca di luoghi storici e artistici, una cittadella della cultura. Con al centro proprio la Biblioteca Marotta nei locali magnifici ma tuttora degradati di Santa Maria degli Angeli, accanto alla caserma Bixio da trasformare in centro culturale e foresteria per gli studiosi. C’è anche la rassicurazione del presidente della Regione Vincenzo De Luca: Santa Maria degli Angeli fu acquistata con 2,5 milioni di fondi europei e il vincolo di destinazione d’uso come biblioteca dell’Istituto. Esiste perfino il progetto realizzato a titolo gratuito dall’architetto Massimo Pico Ciamarra per Gerardo Marotta, ma mancano ancora il progetto esecutivo e i lavori di adeguamento della struttura. Tuttavia, visto che quei soldi sono spariti e che lo stato attuale di Santa Maria degli Angeli (locali enormi di particolare bellezza su un giardino di 700 metri quadrati) è quella di una meraviglioso monumento abbandonato ai furti e ai vandali, c’è purtroppo il timore che le promesse rimangano ancora una volta imperdonabili parole al vento.

Tina Lepri, 05 giugno 2017 | © Riproduzione riservata

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