Amo l'Italia

Chiara Coronelli |  | Aosta

È a partire dal 1952, durante il suo primo viaggio in Europa, che Leonard Freed (1929-2006) scopre la fotografia, a dispetto dei suoi studi di pittura, e si innamora dell’Italia

Rientrato a Brooklyn nel 1954, dove era nato da una famiglia di ebrei russi, capisce che per ritrovare le facce e le atmosfere italiane non può che cercarle a Little Italy, il quartiere newyorkese dove comincia l’attività di fotografo.

Tra i grandi nomi del reportage del secondo dopoguerra, e socio dell’agenzia Magnum dal 1972, Freed si muove tra indagine sociale e antropologica, tra quotidiano e temi politici, passando dalle comunità ebraiche al movimento per i diritti civili, dal lavoro della polizia alla criminalità. Il percorso di «Leonard Freed. Io amo l’Italia», allestita fino al 20 settembre al Centro Saint-Bénin a cura di Enrica Viganò (catalogo Admira Edizioni), è il racconto della lunga relazione visiva e sentimentale
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

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