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Tina Lepri
Leggi i suoi articoliL’umidità costante devasta da tempo un capolavoro in stato di abbandono, privo di visitatori: i pochi che arrivano entrano gratis e a proprio rischio. Lo straordinario edificio romano si trova a pochi chilometri da Villa Rufolo a Ravello visitata, nel 2015, da 250mila persone con un incasso di un milione di euro.
Abitata fino al VII secolo d.C., amata e frequentata dall’aristocrazia romana, la villa di Minori era circondata, fino a pochi anni fa, dai resti del monumentale giardino (viridarium) con la grande piscina centrale (natatio), oggi trasformata in un putrido stagno di acque melmose. Seppellita per secoli dal fango delle alluvioni, la dimora era tornata alla luce quasi intatta nel 1932, scoperta per caso durante i lavori di una casa tra le tante che assediano la zona archeologica.
Famosi gli affreschi del piano superiore con la celebre scalinata che cambia disegno e geometria per ridurre l’affaticamento della salita. Preziosi reperti e pareti rosso pompeiano ancora con tracce di fiori e disegni si trovano in otto stanze decorate finora chiuse al pubblico, un tempo tra le meglio conservate tra le ville romane della costiera amalfitana. Anche il piano superiore oggi è seriamente minacciato da umidità e muffa.
Tutto il complesso avrebbe bisogno di un urgente restauro prima che scompaia del tutto il prestigioso triclinio-ninfeo, malandato ma ancora eccezionale anche per merito della copertura a botte di grande pregio architettonico. Secondo gli esperti è il più antico esempio conosciuto in Occidente. Molte parti della villa ad eccezione di quella affacciata sul mare, sono utilizzate come stalle, magazzini, cantine e scantinati dagli abitanti delle case circostanti.
Il sindaco di Minori, Andrea Reale, visto il silenzio delle soprintendenze riguardo al degrado del monumento, ha chiesto la gestione temporanea del sito per provvedere a una temporanea messa in sicurezza dell’area prima che si trasformi in una seria minaccia anche all’incolumità delle persone.
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