Alle Deichtorhallen i trent’anni di attività di Sarah Morris

60 opere tra dipinti, disegni, fotografie, sculture, manifesti e pellicole cinematografiche illustrano gli interessi principali dell’artista britannica

Sarah Morris. Foto di Wendy Bowman
Francesca Petretto |  | Amburgo

Dal 4 maggio al 20 agosto le Deichtorhallen ospitano la mostra «Sarah Morris: tutti i sistemi falliscono», che ripercorre i trent’anni di attività dell’artista britannica (1967) dagli esordi squisitamente pittorici negli anni ’90 alle più recenti serie, attraverso le sperimentazioni cinematografiche.

Con 60 opere tra dipinti, manifesti cinematografici, disegni e foto per/di murales realizzati in giro per il mondo, sculture provenienti da musei e collezioni private europee e statunitensi e oltre 15 pellicole cinematografiche, l’antologica amburghese illustra gli interessi principali dell’artista newyorkese d’adozione che diventano di volta in volta oggetto dei suoi lavori: le reti, le tipologie, la globalizzazione, l’architettura e la struttura delle città e soprattutto il pubblico, considerato parte integrante dell’opera d’arte.

Morris concepisce immagini dinamiche e autogeneranti, aperte all’interpretazione, al movimento e al cambiamento e, soprattutto nei suoi film, esplora la psico-geografia e la natura dinamica delle città, perennemente in transizione, ricche di narrazioni stratificate e frammentate: le situazioni che vi rappresenta fungono da riproduzioni delle strutture e delle gerarchie sociali in cui si trovano tanto l’artista quanto lo spettatore; in modo unico e originale Morris vi mette in evidenza la contraddizione in essere tra resistenza e complicità di individuo e società con quelle medesime strutture.

Curata da Dirk Luckow, la mostra è frutto della collaborazione tra Deichtorhallen e Kunstmuseen Krefeld, Zentrum Paul Klee di Berna e Kunstmuseum di Stoccarda.

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