Alla ricerca del Boldini perduto

Il suo rapporto con i macchiaioli a partire dal ciclo di pitture murali scoperto dalla moglie

Laura Lombardi |  | Pistoia

Vagando per la Toscana alla ricerca di un ciclo di pitture murali dipinte a tempera dal ferrarese Giovanni Boldini in una città che comincia per «P», Emilia Cardona Boldini, giovane vedova e prima biografa dell’artista, lo trova a Pistoia, nella rimessa di attrezzi agricoli di una villa che un tempo era stata la sala da pranzo di Isabella Falconer, mecenate del talentuoso giovane. Emilia acquista così nel 1938 Villa Falconiera e vi trasferisce da Parigi le cose appartenute al marito (scomparso nel 1931, Ndr), il quale, come è noto, nella capitale francese era diventato uno dei più richiesti ritrattisti della Belle Époque.

Intorno a quel ciclo, poi distaccato e ora custodito nel Museo dell’Antico Palazzo dei Vescovi, ruota la mostra, allestita in quella stessa sede dal 9 settembre al 6 gennaio, «Giovanni Boldini. La stagione della Falconiera», a cura di Francesca Dini con la collaborazione di
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