Alla GAMeC la notte senza sogni di Ali Cherri e il progetto «Vite operose»
La personale dell’artista libanese è la più completa mai realizzzata e la prima del progetto biennale «Unison»

Il volto di un ragazzo giovanissimo, l’elmetto ben calzato, gli occhi fissi su qualcosa di lontano che si riverbera nelle iridi chiare ma che non si riesce a indovinare: è il viso della sentinella, protagonista di «The Watchman», 2023, l’opera video inedita intorno alla quale si sviluppa il progetto espositivo «Dreamless Night» di Ali Cherri (Beirut, 1976; vincitore del Leone d’Argento della Biennale d’Arte di Venezia 2022), presentato dalla GAMeC, che l’ha prodotta con In Between Art Film, fino al 14 gennaio prossimo. Di qui, la personale si sposterà al Frac Bretagne di Rennes.
Curata da Alessandro Rabottini, direttore artistico di Fondazione In Between Art Film, e da Leonardo Bigazzi, curatore della stessa, la mostra è la più completa mai dedicata ad Ali Cherri, ed è la prima del progetto biennale «Unison», promosso da Fondazione In Between Art Film per commissionare e produrre, con istituzioni pubbliche italiane e internazionali, mostre sulle immagini in movimento.
Inevitabilmente segnato dalle vicende che hanno martoriato e tuttora feriscono la sua terra, Cherri ha fatto del tema del confine e della nazionalità uno dei nuclei generatori del suo lavoro: così, «The Watchman» (presentato nello Spazio Zero come grande videoinstallazione) racconta la giornata, di noia e di tensione al tempo stesso, del giovane posto a guardia del confine meridionale tra l’auto-proclamata Repubblica Turca di Cipro del Nord e la Repubblica di Cipro, posta sotto l’autorità greco-cipriota. A fargli compagnia, mentre scruta le colline del confine, la potenza della sua immaginazione, capace di infrangere le barriere imposte dalla politica e dalla sua violenza.
Nelle altre sale della GAMeC, sue sculture e disegni, realizzati per quest’occasione, fanno eco a personaggi e simboli del film, insistendo sui segni, visibili e invisibili, inscritti dalla violenza sul paesaggio naturale, umano e storico. Il catalogo, Lenz Press, a cura di Rabottini e Bigazzi, uscirà in occasione della mostra francese, e documenterà la versione italiana della mostra.
Dal 13 settembre si è poi aggiunta, nel cortile di GAMeC, la seconda delle tre sculture al neon di «Vite operose», il progetto di arte partecipata e diffusa di Valerio Rocco Orlando (Milano, 1978), a cura di Caroline Corbetta, commissionato dalla Guido Berlucchi, che inaugura così la sua «Casa dei Talenti». Le opere sono scaturite dal coinvolgimento di comunità della Franciacorta (dove nella scorsa estate è stata installata sul Castello Berlucchi di Borgonato la prima scultura al neon, «Il lavoro ha diversi volti»), di Bergamo (con gli studenti del Politecnico delle Arti), dove la scultura luminosa «Chi diventare?» entra nelle collezioni della Galleria, e di Brescia, dove il 26 settembre si è inaugurata, nel Museo di Santa Giulia, l’ultima opera del ciclo, frutto del dialogo con mediatori culturali del Museo.