Alla Gam Sanguineti è con i suoi amici
A Torino più di quaranta opere raccontano i legami e le reciproche influenze tra il grande intellettuale genovese e i suoi amici artisti

La GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino dedica, dal 7 dicembre al 19 febbraio, a una delle personalità più interessanti del nostro recente passato, Edoardo Sanguineti (Genova, 1930-2010), una mostra che racconta attraverso le immagini i legami e le collaborazioni tra il poeta e intellettuale e alcuni artisti a lui contemporanei. Teorico della neoavanguardia, studioso di Dante e Boccaccio, penna raffinata di quotidiani e periodici, narratore e politico, docente universitario e tanto altro ancora, Sanguineti, nella Torino del dopoguerra, dove si era trasferito per il lavoro del padre, frequentava infatti con assiduità gli ambienti musicali e artistici.
Attraverso una selezione della collezione privata di Casa Sanguineti, «Edoardo Sanguineti. Il volto del Poeta», a cura di Clara Allasia e Federico Sanguineti, raccoglie più di 40 opere di autori come Gianfranco Baruchello, Enrico Baj, Enrico Bugli, Pietro Cascella, Albino Galvano, Giancarlo Gelsomino, Ugo Nespolo, Pippo Oriani, Mario Persico, dell’affezionata amica Carol Rama ed Emilio Vedova.
Tra i lavori, ognuno abbinato a un testo di Sanguineti, frammenti di saggi, poesie, sonetti ma anche curiosi giochi di parole, spicca anche un intenso ritratto realizzato dal pittore cubano contemporaneo Manuel Antonio Rodriguez Puente in cui l’intensità dello sguardo è posta in primo piano rispetto al mezzo busto obnubilato e privato degli stessi occhi. Nella composizione le grandi mani si mostrano protese in avanti come in un atto di difesa, forse da quei miti occidentali che tanto aborriva.
Di Carol Rama è una curiosa carta che reca variamente il nome della famosa raccolta di poesia di Sanguineti, «Laborintus», il nome dell’amico e una data, venerdì 24 novembre 1972. Affiancata ad essa è esposto un gioco sul nome dell’autrice torinese e un testo: «Mi piace supporre [...] che Carol rappresenti egregiamente il caso dell’artista che prova un brivido di spaventato sbalordimento dinanzi al primo materializzarsi del proprio immaginario più profondo, e a lungo studia, in faticoso esorcismo, di raffreddarlo, di aggirarlo, di proiettarlo neutralizzato in una catena di soluzioni equivalenti, ma rese controllabili e sopportabili».
Ogni opera in mostra è una storia personale e un documento essenziale per avvicinarsi a quel fitto dialogo intermediale e allo sperimentalismo caratterizzante la ricerca sanguinetiana. La celebrazione di questa eccezionale figura si colloca all’interno di «SanguiNetwork: ritratto del secolo breve», progetto di rilevante interesse nazionale promosso dal Centro Interuniversitario Edoardo Sanguineti del Dipartimento di Studi Umanistici presso l’Università degli Studi di Torino.
