Alla Estorick Collection l’aeropittore deluso

Tullio Crali, futurista della prima ora poi convertitosi alla natura

«Jonathan Monoplane» (1988) di Tullio Crali (particolare)
Bianca Bozzeda |

Londra. Principale istituzione britannica dedicata all’arte italiana, la Estorick Collection celebra dal 15 gennaio all’11 aprile l’opera del futurista Tullio Crali (1910-2000). Dopo aver scoperto il movimento avanguardista italiano a soli 15 anni, Crali divenne uno dei maggiori rappresentanti del Futurismo, sviluppando in particolar modo il genere dell’Aeropittura.

Affascinato dal «vasto dramma visivo e sensoriale del volo», Crali partecipò ai tentativi futuristi di tradurre l’esperienza del volo nel linguaggio pittorico sotto forma di paesaggi capovolti e vertiginose viste aeree. L’esposizione presenta oltre sessanta opere realizzate tra gli anni ’20 e ’80, tra cui un’ampia selezione delle «Sassintesi», composizioni emblematiche dell’opera di Crali nelle quali l’artista rappresenta figure rocciose, fusione di «sassi» e «sintesi».

Esposte anche opere di poesia sperimentale e le
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