Al Thyssen l’impatto della fotografia sulla pittura
66 dipinti e un centinaio di fotografie in prestito da importanti raccolte internazionali, pubbliche e private

Fin dalla comparsa dei primi dagherrotipi la relazione tra fotografia e pittura è stata indissolubile, ma fu nel periodo dello sviluppo dell’Impressionismo che smise di essere considerata solo una riproduzione meccanica della realtà e iniziò a ottenere credibilità artistica.
È questo il punto di partenza della mostra «Gli impressionisti e la fotografia», aperta nel Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid dal 15 ottobre al 26 gennaio. Curata da Paloma Alarcó, responsabile di conservazione di Pittura moderna del museo madrileno, la mostra riunisce 66 dipinti e un centinaio di fotografie in prestito da importanti raccolte internazionali, pubbliche e private.
«Gli impressionisti, affascinati dalla natura mutevole della realtà, consideravano la capacità della fotografia di sospendere l’attimo e mantenerlo vigente indefinitamente, una vittoria simbolica dell’uomo sul tempo. La usavano come fonte
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