Al New Museum l’estate delle prime volte
Nell’istituzione newyorkese le esperienze personali di Pepón Osorio, Mire Lee, Wynnie Mynerva e Tuan Andrew Nguyen

L’estate del New Museum inizia il 29 giugno con quattro personali piene di prime volte aperte fino al 17 settembre. Per tre degli artisti esposti (Mire Lee, Wynnie Mynerva e Tuan Andrew Nguyen) si tratta della prima personale in un museo americano, mentre è la mostra più completa quella dedicata a Pepón Osorio (1955). Con oltre 100 opere, tra cui sculture, installazioni, video e fotografie, che esplorano l’eredità portoricana dell’artista e l’esperienza latina negli Stati Uniti, «My Beating Heart/Mi corazón latiente» consente di approfondire non soltanto il lavoro di questo provocatorio artista, ma anche cultura e società delle comunità latine.
Noto per il suo lavoro socialmente impegnato e influenzato dalle esperienze in teatro e come assistente sociale per l’infanzia, Osorio lavora spesso in collaborazione con le comunità centroamericane negli Stati Uniti. Diversi suoi lavori multimediali su larga scala sono sviluppati attraverso conversazioni con membri di queste comunità e sono stati inizialmente installati in luoghi pubblici. Preso a prestito da un’opera omonima, il titolo della mostra anticipa temi ricorrenti nella pratica di Osorio, tra cui la simultanea resilienza e fragilità della vita umana e la necessità della solidarietà.
Con «Black Sun» Mire Lee (1988) presenta un’installazione composta da ambienti architettonici, sculture cinetiche e lavori su stoffa che esplorano i temi dell’identità, del genere e della sessualità attraverso la lente dell’esperienza personale. L’artista sudcoreana mescola materiali diversi tra cui motori, sistemi di pompaggio, barre d’acciaio e tubi in Pvc per creare sculture animatroniche a metà tra organismi viventi e macchine che invitano a riflettere sulla crisi ambientale e sui confini tra corpo e tecnologia. Attinge alla storia biblica di Eva e Lilith, per reinventarla in una chiave di genere, la mostra di Wynnie Mynerva (1992), «The Original Riot».
Un’intera galleria del museo sarà occupata da un dipinto appena commissionato, il più grande mai esposto al New Museum, che ritrae un immaginifico patto contro il patriarcato tra le prime due donne della Bibbia. Attraverso la pittura e una scultura creata dal suo stesso corpo, l’artista di origini peruviane sviluppa una narrazione personale fatta di audace espressività, grazie alla quale fa i conti con i traumi della sua infanzia a Lima, segnata da violenze di genere, di classe e razziali.
Infine, «Radiant Remembrance» presenta lavori nuovi e recenti di Tuan Andrew Nguyen (1976), compresi nuovi film e due recenti progetti video, sculture e installazioni. L’artista vietnamita connette storie del Sud del mondo e dei poteri coloniali, creando un dialogo sulla memoria e sulla testimonianza come forme di resistenza. Il suo lavoro si fonda su ricerche d’archivio e collaborazioni con comunità locali attraverso cui l’artista mette in discussione narrazioni storiche consolidate in Vietnam e altri Paesi colonizzati. In ottobre il New Museum accoglierà la prima retrospettiva museale a New York di Judy Chicago.