Al Museo Thyssen l’artista viaggiatrice

Il linguaggio di Georgia O'Keeffe ha sempre oscillato tra astrazione e figurazione

Georgia O'Keeffe in uno scatto di Alfred Stieglitz del 1918
Roberta Bosco |  | Madrid

Georgia O’Keeffe (1887-1986) riempie di colori il Museo Thyssen-Bornemisza, nella sua prima retrospettiva in Spagna. Fino all’8 agosto una novantina di dipinti, in arrivo da 35 musei soprattutto nordamericani, ripercorrono tutto l’arco professionale dell’artista: dai primi paesaggi del Texas passando per le grandi tele di fiori e le vedute di New York, fino ai celebri quadri dell’amato Nuovo Messico, dove la O’Keeffe si stabilì nel 1940 e dove, nella cittadina di Taos, le è stato dedicato un museo.

L’allestimento cronologico, a cura di Marta Ruiz del Árbol, permette di seguire le tappe più importanti della carriera della O’Keeffe, mostrandone l’evoluzione del linguaggio che ha oscillato sempre tra astrazione e figurazione. Non aveva neanche 20 anni quando si fece notare con i suoi audaci dipinti astratti. Il percorso espositivo si apre pertanto con alcune delle opere che tanto impressionarono il mondo dell’arte di New York intorno al 1910.

La curatrice presenta Georgia O’Keeffe come un’artista viaggiatrice: «Il viaggio, spiega, era parte integrante del suo processo creativo. La mostra mette in rilievo l’attrazione che sentiva per i molti luoghi che aveva visitato in mezzo mondo nei suoi 98 anni di vita». In contemporanea, e fino al 23 gennaio il museo presenta 20 capolavori della collezione privata d’arte antica del barone Heinrich Thyssen, che la figlia Francesca ha prestato in occasione dei 100 anni della nascita del fondatore del museo.

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