Al Masi di Lugano dal rinoceronte di Dürer alla zuppa di Warhol

Il museo ticinese ospita i capolavori della Graphische Sammlung Eth di Zurigo (oltre 300 fogli, tra stampe e disegni)

«Rhinocerus» di Albrecht Dürer (1515). Foto: Graphische Sammlung Eth Zürich
Ada Masoero |  | Lugano

Come annuncia il titolo, in questa mostra ci s’imbatte in Dürer, con il suo «Rinoceronte» del 1515, chiuso in una corazza da guerriero cinquecentesco (e con un cornetto pure sul dorso: Dürer non lo vide mai, perché il povero animale, giunto a Lisbona dall’India in dono al re del Portogallo Manuele I e da questi inviato in dono a papa Leone X, morì in un naufragio), e si arriva a Warhol.

Ci sono poi tutti quei maestri che, nei quattro secoli abbondanti che li dividono, hanno praticato ai massimi livelli l’arte della stampa e del disegno, cui si aggiungono artisti di oggi, come John M. Armleder, Olivier Mosset, Candida Höfer, Susan Hefuna, Shirana Shahbazi o Christiane Baumgartner, in un’ampia ricognizione di questi linguaggi artistici.
«Senza titolo» da «Camping The Two» di Shirana Shabazi (2014). Foto: Graphische Sammlung Eth Zürich
Gli oltre 300 fogli, tra stampe e disegni, che compongono la mostra «Da Albrecht Dürer a Andy Warhol. Capolavori dalla Graphische Sammlung Eth Zürich», presentata dal Masi-Museo d’Arte della Svizzera Italiana, nel Lac, fino al 7 gennaio ’24, fanno parte di una raccolta enciclopedica istituita nel 1867 per fini didattici dall’Eth, il Politecnico Federale di Zurigo.

Nel percorso prendono forma confronti illuminanti e si leggono connessioni inattese, mentre si può esplorare il processo creativo nell’opera grafica, il rapporto tra copia e originale, la trasmissione di motivi e iconografie, oltre alla collaborazione tra professionalità diverse nella realizzazione del lavoro a stampa.
«Campbell’s Soup – Cream of Mushroom» da «Campbell’s Soup I» di Andy Warhol (1968)
Sono messe in evidenza anche le specificità di ciascuna tecnica grafica, dalla xilografia, incisa su matrici di legno, al bulino, dalla serigrafia al disegno, alla fotografia, tutte ben illustrate dalla mostra, che si sofferma anche sul ruolo primario per la diffusione delle invenzioni dei grandi artisti rivestito in passato da queste opere multiple e così facilmente trasportabili.

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