Al Ma*Ga le identità seriali di Warhol

Tra le 200 opere dell’antologica tutti i grandi hit dell’artista di Pittsburgh, con un focus sulla sua attività cinematografica, e la videoinstallazione della performance «Exploding Plastic Inevitable» del 1966

«Vesuvius» (1985), di Andy Warhol. Cortesia collezione privata, Napoli. © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. by SIAE 2022
Ada Masoero |  | Gallarate

Fino al 18 giugno il Ma*Ga ospita l’antologica «Andy Warhol. Serial Identity» (curata da Maurizio Vanni ed Emma Zanella), che fra le sue 200 opere presenta, dopo i fortunati lavori pubblicitari, tutti i suoi grandi hit (i «Flowers», le «Campbell’s Soup», i «Death&Disasters», le «Marilyn», le «Jackie», i «Mao» e «Ladies and Gentlemen», la serie sulle drag queen), oltre a un corpus di materiali editoriali (fra i quali la rivista «Interview») e discografici, come le irriverenti copertine per i vinili, dai Rolling Stones a Liza Minnelli.

Ma la specificità di questa rassegna consiste nell’attenzione rivolta alla sua produzione cinematografica e, per la prima volta, alla Andy Warhol Tv. Grazie alla collaborazione con The Andy Warhol Museum di Pittsburgh, sono in mostra due dei suoi «Silent Movie» (la versione integrale di «Empire», 1964, 8 ore e 5 minuti, con l’Empire State Building ripreso dall’alba al tramonto, e «Kiss», 1963-64, 58 minuti di baci etero e omosessuali) e gli «Screen Tests» (brevi ritratti filmici a camera fissa dei visitatori della Factory) di Salvador Dalí, Bob Dylan, Lou Reed (Coke) ed Edie Sedgwick, oltre a estratti della programmazione dell’Andy Warhol TV (anni ’80).

E, per la prima volta in Italia, la videoinstallazione della performance «Exploding Plastic Inevitable» (1966), orchestrata da Warhol con i Velvet Underground e Nico, e ripresa da Ronald Nameth. Completano la mostra, nell’Aeroporto di Milano Malpensa, un videowall e una spettacolare installazione.

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