Ai Weiwei alla Kunstsammlung Nrw

La produzione artistica degli ultimi dieci anni dell'artista cinese

Un ritratto recente di Ai Weiwei. © Ai Weiwei Studio Foto © Kunstsammlung NRW
Francesca Petretto |  | Düsseldorf

Basta citarne il nome e si apre subito un universo a molti scomodo, quello delle crisi dell’umanità narrate dall’artista cinese Ai Weiwei (1957), esule da diversi anni prima in America poi in Europa con una lunga, recente permanenza in Germania. «Ai Weiwei» s’intitola anche questa sua personale ai padiglioni K20/K21 della Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen con inaugurazione il 18 maggio e chiusura prevista il primo settembre, all’insegna del suo motto «Everything is art. Everything is politics», dove tutto ruota attorno al punto focale della sua produzione artistica degli ultimi dieci anni: la migrazione come fenomeno di massa e come esempio di una crisi umana fondamentale

In particolare, nello spazio K21 sono esposte le due grandi opere «Life Cycle» (2018) e «Laundromat» (2016). La prima, monumentale (oltre 17 m di estensione), dedicata ai rifugiati in transito nel Mediterraneo, fa il suo
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