AFRICA | La Francia frena

Il processo di restituzione del patrimonio africano si è arenato su entrambi i fronti

Il presidente del Senegal Macky Sall, a destra, regge una spada rituale restituita (ma solo in prestito) lo scorso novembre dal Primo ministro francese. © Seyllou/Afp via Getty Images
Vincent Noce |

Parigi. Sono passati più di due anni da quando il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che la restituzione dei reperti africani dell’epoca coloniale ai Paesi di provenienza sarebbe stata una priorità della sua presidenza. Più di un anno è trascorso dalla consegna al leader francese dell’importantissima relazione di Bénédicte Savoy e Felwine Sarr, in cui si chiedeva la restituzione «incondizionata» del patrimonio africano e dal suo annuncio del rimpatrio in Benin di 26 opere dal Musée du quai Branly-Jacques Chirac di Parigi.

Ad oggi, nonostante le rinnovate promesse di collaborazione, il processo si è arenato a causa di complicazioni su entrambi i fronti. Temendo la disgregazione delle loro collezioni, molti musei francesi si sono tenacemente opposti alle proposte radicali suggerite nel 2018 dal rapporto di Bénédicte Savoy e Felwine Sarr. Il Governo francese ha iniziato a
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