Aerobi e odori d’epoca nella Turbine Hall

Per la sesta edizione della Hyundai Commission, l’artista americana di origini coreane Anicka Yi, vincitrice dell’Hugo Boss Prize 2016, occupa l’ampio spazio industriale della Turbine Hall alla Tate Modern con un’installazione dal sapore futuristico, frutto di due anni di lavoro e ricerca

Una veduta dell'installazione «In love with the world» (2021) di Anicka Yi, Turbine Hall, Tate, Londra. Foto Will Burrard-Lucas  © Tate 2021
Federico Florian |  | Londra

Per la sesta edizione della Hyundai Commission, l’artista americana di origini coreane Anicka Yi, vincitrice dell’Hugo Boss Prize 2016, occupa l’ampio spazio industriale della Turbine Hall alla Tate Modern con un’installazione dal sapore futuristico, frutto di due anni di lavoro e ricerca.

Si tratta di un «acquario abitato da macchine», lo definisce l’artista, in cui una serie di creature meccaniche simili a meduse extralarge fluttuano sospese a mezz’aria, muovendosi verticalmente grazie all’azione dei propri tentacoli. «Aerobi» li chiama Yi: contenitori trasparenti ricolmi di gas elio, azionati da motori rotanti e dotati di batterie. Possiedono forme biomorfiche, che alludono sia a forme di vita marine che a funghi, trasformando l’ex sala delle turbine, che un tempo ospitava i generatori elettrici della vecchia centrale termoelettrica, in un ecosistema dalla parvenza naturale, eppure prodotto artificialmente e plasmato ad arte.

Completano l’installazione «paesaggi aromatici» che evolvono di settimana in settimana e in grado di suggerire odori legati a momenti specifici nella storia della sponda del Tamigi su cui sorge il museo. I visitatori, pertanto, possono annusare spezie utilizzate durante la peste nera nel Trecento per combattere il contagio, o una «fragranza» di carbone e ozono che rievoca la terza rivoluzione industriale; o ancora l’aroma di esemplari di vegetazione risalenti al Cretaceo.

«Voglio riportare in primo piano l’idea per cui l’aria è una scultura che noi tutti abitiamo» afferma Yi: una dichiarazione che suona così rilevante in un’epoca di pandemia. Gli odori, inoltre, interagiscono con gli aerobi, influenzandone il comportamento sulla base delle evoluzioni aromatiche nello spazio. A cura di Achim Borchardt-Hume e Mark Godfrey, il progetto è visitabile sino a gennaio 2022.

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