Ad Ercolano si potrà andare in spiaggia
Sarà accessibile una nuova area, oggi praticabile solo grazie a passerelle, perché sotto il livello del mare. Interventi nel Parco archeologico grazie a 17 milioni di euro

Il Parco archeologico di Ercolano metterà a gara, e finanzierà, nel giro di tre anni, lavori e recuperi per 17 milioni di euro. Si tratta di tre progetti finalizzati tanto a offrire una «maggiore visitabilità del sito» quanto alla «protezione del patrimonio posseduto», sottolinea Francesco Sirano, direttore del Parco.
Il piano più ambizioso è quello che prevede la fruibilità turistica della spiaggia antica, area di fronte ai fornici, oggi praticabile solo grazie a passerelle, perché sotto il livello del mare. Il progetto dell’intervento, che include il recupero della terrazza di Nonio Balbo, è stato messo a punto dall’Herculaneum Conservation Project (Hcp) e verrà realizzato con 4 milioni di euro, fondi statali stanziati quando Ercolano e Pompei erano un’unica Soprintendenza.
Il piano prevede l’installazione sotterranea di una rete di tubi filtranti che capteranno l’acqua sorgiva e la convoglieranno in una serie di vasche, dalle quali verrà poi smaltita. In tal modo il calpestio resterà asciutto e i turisti potranno visitare i fornici e i gruppi di scheletri di ercolanesi, clonati e riposizionati in situ qualche anno fa.
La sistemazione della zona sottostante via Mare fino a raggiungere con un sottopasso l’area di Villa dei Papiri e delle Terme Occidentali, invece, vale 8 milioni di euro, ed è interamente finanziata dal Mibact. «Il progetto, sottolinea Sirano, riguarderà la messa in sicurezza dei fronti di scavo, il completamento degli scavi già in luce e l’accessibilità dell’intera area dei “Nuovi Scavi”, dove si trovano i resti, visitabili fino al 2008, della Villa dei Papiri».
La gara per la progettazione dell’intervento, pari a mezzo milione di euro, andata deserta nel luglio scorso, verrà riproposta a breve. L’ultimo intervento, per 5 milioni di euro, riguarda la verifica dello stato di salute di sei domus, tra cui la Casa del Colonnato Tuscanico, dell’Atrio a mosaico e del Mobilio carbonizzato.