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A picco sul teatro

Daniela Vartolo

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«L’Egitto a Verona» è la mostra che ha inaugurato il 28 maggio (fino a settembre) la riapertura del Museo Archeologico al Teatro Romano dopo i lavori di riqualificazione, presentando materiali relativi al mondo egizio che erano stati esposti nel museo solo nel 1999-2000. Il progetto «EgittoVeneto», promosso dalla Regione con le Università di Padova e Venezia, è collegato alla ripresa dell’attività didattica che da sempre ha contraddistinto il museo prima della chiusura nel 2013.

Gli oggetti egizi, che provengono da varie collezioni prevalentemente dedicate al mondo classico, sono circa un centinaio e privi di provenienza puntuale ma permettono lo sviluppo di tematiche inedite. Curata da Margherita Bolla (curatrice del museo dal 1994 e autrice del volume appena edito da Cierre Edizioni Il teatro romano di Verona in collaborazione con i Musei Civici), la mostra è suddivisa in cinque sezioni: «Il culto e la magia», «La vita oltre la morte», «Le civiltà africane e Roma», «Egittomania» e, da ultima, «Un veronese in Egitto», dedicata a Carlo Anti (1889-1961) con lo studio dei materiali romani del museo, con particolare interesse per le lucerne.

La riqualificazione dell’ex convento dei Gesuati, sede del museo da circa un secolo, ha permesso di usufruire di nuovi spazi coperti arrivando a esporre oltre 600 manufatti. La spesa per il progetto è stata di poco inferiore ai 5 milioni di euro coperti da un contributo regionale di 3.499.860 euro, mentre Fondazione Cariverona si è fatta carico della maggior parte dei costi restanti (1.199.940,00 euro) e 300mila euro sono stati erogati dal Comune. Quest’ultimo ha elaborato il programma museologico dell’intervento che porta la firma dello Studio Grisdainese di Padova, coordinato tutte le procedure, compresa la direzione lavori, e fornito il progetto scientifico per l’allestimento. L’elemento paesaggistico è una componente fondamentale della visita, essendo il convento-museo a picco sopra il teatro romano. Il percorso inizia al piano superiore con l’introduzione alla Verona romana e ai monumenti della città. Nelle cavità praticate dai monaci nella roccia del colle San Pietro, cui il museo è addossato, sono state collocate alcune sculture.

Conclude il percorso al piano superiore una sezione dedicata al santuario dove erano venerate divinità egizie, situato nella zona del complesso teatrale. Attraverso una scala si raggiunge il piano principale del convento, con la scultura che ornava i luoghi pubblici della città (nella foto l’ex refettorio che ospita il mosaico e la scultura romana); si prosegue con l’esposizione di sculture appartenenti alle raccolte pervenute al Comune (il museo possiede una raccolta di bronzi fra le maggiori nell’Italia settentrionale). Nel chiostro sono visibili iscrizioni e stele, nella chiesa del convento la sezione dedicata ai mosaici e sulla Grande Terrazza (riaperta nel 2002) invece, lapidi funerarie ed elementi architettonici.

Daniela Vartolo, 01 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

A picco sul teatro | Daniela Vartolo

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