A Palazzo Franchetti Jean Dubuffet

Una rassegna curata da Sophie Webel e Frédéric Jaeger

«Le Bariole mariole», 1964, di Jean Dubuffet. © ADAGP, Paris / SIAE, Rome
Guglielmo Gigliotti |  | Venezia

Dal 10 maggio al 20 ottobre una mostra a Palazzo Franchetti ripercorre, oltre alle stagioni fondamentali dell’arte di Jean Dubuffet (1901-85), il rapporto del pittore francese con Venezia. Curata da Sophie Webel e Frédéric Jaeger, la rassegna è costituita in parte delle opere presentate in due precedenti mostre in Laguna: nel 1964 a Palazzo Grassi e nel 1984 al Padiglione francese della Biennale.

Nel primo di questi casi non furono tanto gli esiti dell’Art brut a essere esposti, con i loro riferimenti all’arte spontanea di alienati e bambini, quanto le trasformazioni di tali presupposti segnici e deformanti nella dimensione contemplativa delle «Texturologies» (1953-59) e delle «Matériologies» (1959-60), in cui la superficie viene a colmarsi uniformemente di una sostanzialità granulosa e materica.

Ma nel 1964 Dubuffet presentò anche quel ciclo che, con un neologismo tratto dal francese
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