A Milano la scultura è aperta
La Fabbrica del Vapore per tre giorni ha ospitato la sesta edizione dell’unica fiera italiana dedicata alle arti plastiche

Si è conclusa domenica 11 settembre la Sesta Edizione di Milano Scultura, unica fiera italiana interamente dedicata alle arti plastiche, che si è svolta per tre giorni alla Fabbrica del Vapore. Valerio Dehò è il curatore che segue la manifestazione sin dall’inizio, insieme con la direttrice Ilaria Centola. Tirando le somme di questa edizione, Dehò è molto soddisfatto. La fiera si struttura sempre più, con una formula «aperta» che include le gallerie (quest'anno 19) ma anche gli artisti (18) che presentano i propri dossier in maniera autonoma, senza galleria.
La scultura è intesa qui in senso molto ampio, come l’espressione attraverso tutte le arti plastiche, riportando al centro la scultura non solo come linguaggio tradizionale, con opere tridimensionali, a volte di dimensioni installative, che spaziano dal marmo al bronzo, dalla ceramica ai materiali di recupero, ma come forma espressiva in grado di raccontare i grandi temi del contemporaneo, includendo i new media e le intersezioni tra fotografia e scultura.
«Stiamo diventando un appuntamento fisso che ha nella Fabbrica del Vapore la sede ideale per questa fiera tematica. Ci piace molto anche la collaborazione con il Comune di Milano, dice Dehò, perché abbiamo un approccio non gerarchico invitante per il pubblico, che non paga il biglietto e che quest’anno si è presentato costante per i tre giorni di manifestazione. In un futuro ci piacerebbe utilizzare di più gli spazi esterni, quella grande piazza interna che pare fatta apposta per le nostre opere, e vorremmo espanderci anche in città».
Sin dall’inizio la manifestazione ha un punto di forza nella collaborazione con le scuole e i laboratori specializzati, come le fonderie, e in particolare con l’Accademia di Brera che quest’anno ha partecipato con un progetto tematico dal titolo «Focus Trasformazioni» seguito dal Dipartimento di Scultura.
La fiera è strutturata in diverse sezioni: Gallerie, Limited, gli artisti che espongono autonomamente, Progetti Speciali, che accolgono le associazioni culturali, e Performance, quest’anno con interventi legati al corpo, come osserva Dehò, curatore anche del catalogo che accompagna la fiera, «la prima struttura plastica che conosciamo».
Il mercato come reagisce? «È ancora un po’ timido, la gente compra ma ha bisogno di essere rassicurata per questo genere di acquisti. Le opere esposte avevano un range che arrivava fino a circa 25mila euro per le sculture di grandi dimensioni, ma si potevano trovare eccellenti lavori anche a 1.000, 1.500 euro».
