Oviedo (Spagna). «È n grande onore ricevere il Premio Princesa de Asturias de Comunicación y Humanidades, ed essere in compagnia di tante eccezionali personalità e organizzazioni che hanno ispirato me personalmente e milioni di altri».

Questa la dichiarazione con la quale James Nachtwey ha accolto la vittoria dell’edizione 2016 del premio, per la categoria Comunicación y Humanidades. Istituito nella città spagnola di Oviedo nel 1980, e destinato a individui e istituzioni che operano internazionalmente, il riconoscimento annuale si conferma come contributo alla promozione e al sostegno dei valori umanitari scientifici e culturali che costituiscono il patrimonio dell’umanità.

Dopo personaggi di grande rilievo, tra i quali i fotografi Sebastião Salgado e Annie Leibovitz, anche il lavoro di Nachtwey si aggiudica il Premio Asturias perché, secondo la dichiarazione del presidente della giuria Víctor García de la Concha, «il suo impegno professionale lo ha portato a seguire trent’anni di conflitti internazionali e di crisi umanitarie senza rinunciare ai principi etici del reporter».

Nato a Syracuse nel 1948, e già attivo nel 1976, diventa membro di Magnum nel 1986, e nel 2001 è tra i fondatori dell’Agenzia VII. Dal suo primo incarico in Irlanda nel 1981, non si è più fermato, diventando testimone di ogni ogni crisi che abbia attraversato il mondo, riprendendo le zone dei conflitti, la disperazione dei profughi, la fame, le devastazioni causate da terremoti e inondazioni, e quelle portate dagli attacchi terroristici. Considerato da molti il più grande fotografo di guerra degli ultimi decenni, in quasi quarant’anni di carriera si è aggiudicato un Henry Luce, cinque Robert Capa Gold Medal, due World Press Photo, tre Icp Infinity Award, uno W. Eugene Smith Memorial Grant, per citarne solo alcuni.