A Brema la «prossimità» evocata da Tim Eltel

Summer guest del Paula Modersohn-Becker Museum, l’artista tedesco presenta 16 opere realizzate durante la pandemia di Covid-19. Al centro la nuova vicinanza tra esseri umani

Un’opera dalla serie «10 portraits» (2021/2022) di Tim Eltel. Foto Jean-Louis Losi
Francesca Petretto |  | Brema

Tim Eitel (1971) è un artista tedesco rappresentante della cosiddetta Nuova Scuola di Lipsia nata nel 2005 come movimento di pittura moderna i cui esponenti si riconoscono nel gruppo di creativi di varia provenienza che hanno un comune punto d’incontro nella sede della Baumwollspinnerei, l’ex cotonificio nel quartiere occidentale di Lindenau.

Dal 2 luglio al 18 settembre è summer guest del Paula Modersohn-Becker Museum con 16 opere realizzate prevalentemente negli ultimi due anni, durante la pandemia di Covid-19, raccolte nella mostra «Ospite estivo 2022: Tim Eitel, la nuova vicinanza».

La «prossimità» evocata dai più recenti lavori di Eitel è «nuova» tanto a livello assoluto quanto personale: la pandemia di Coronavirus ha segnato un punto di non ritorno nella produzione artistica contemporanea e un nuovo inizio in quella di Eitel stesso che mai come prima ha cominciato a porre al centro delle sue opere l’essere umano, mettendo alla prova le potenzialità della pittura figurativa, giocando con gli spazi di risonanza tra tela e spettatore, sfondandoli e avvicinando a tal punto al pubblico i personaggi su tela che pare siano loro a guardarlo di qua dalla superficie dipinta e non il contrario.

I lavori di Eitel vengono esposti accanto ad alcuni pezzi celebri della collezione di casa tra cui un Cranach e un Paula Modersohn-Becker, per sottolinearne la vita propria ovvero una qualità senza tempo.

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