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59 italiani riscoperti al Puskin

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Catherine Hickley

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Tra le sculture rinascimenti, opere di Donatello, Luca della Robbia, Nicola e Giovanni Pisano, Verrocchio, Laurana e Mino da Fiesole. Erano tra quelle confiscate alla Germania dalle «Brigate trofei» dell'Armata Rossa dopo la seconda guerra mondiale

Secondo la Stiftung Preussischer Kulturbesitz (Fondazione del patrimonio culturale prussiano), alcuni storici dell’arte hanno scoperto al Museo Pushkin di Mosca 59 sculture rinascimentali italiane che mancano dalle collezioni di Berlino dalla fine della seconda guerra mondiale. Tra queste opere di Donatello («Flagellazione»), Luca della Robbia, Nicola e Giovanni Pisano, Andrea Verrocchio, Francesco Laurana e Mino da Fiesole («Ritratto di ragazza», 1472) che prima della guerra erano conservate nel Bode Museum di Berlino, all’epoca noto come Kaiser Friedrich Museum.

Le sculture erano tra i tesori dell’arte di Berlino nascosti in una torre della contraerea nel Friedrichshain, nella zona est della città, per proteggerle dai bombardamenti durante la guerra. A maggio 1945 l’edificio fu colpito da due incendi e molte opere si credettero distrutte, tra queste anche un «San Matteo» di Caravaggio. Tutto ciò che scampò alla distruzione fu confiscato dalle truppe sovietiche e portato a Mosca. Per decenni, gli storici dell’arte tedeschi non ebbero modo di sapere cosa venne distrutto negli incendi e cosa fu invece trasportato in Unione Sovietica. Ma dal 2005, decine di musei tedeschi e russi hanno iniziato a collaborare su diversi progetti per ricostruire il destino delle opere d’arte di cui si sono perse le tracce in entrambi i Paesi.

La scoperta delle 59 sculture è stata resa pubblica il 3 maggio scorso durante un simposio a Firenze al Kunsthistorisches Institut tenuto da Neville Rowley e Vasily Rastorguev, curatori rispettivamente al Bode Museum e al Puskin. «La maggior parte delle sculture era danneggiata, alcune persino in frammenti», afferma Neville Rowley, curatore di arte del Rinascimento italiano al Bode Museum, che faceva parte del team di ricerca. «Al momento non possono essere esposte, ma è in programma una loro mostra al Pushkin dopo il restauro». Il team ha annunciato l’anno scorso la scoperta di una delle sculture di Donatello, un bronzo di Giovanni Battista gravemente danneggiato dagli incendi, di cui pare sia possibile un restauro parziale. «Abbiamo scoperto che le sculture che sono scampate agli incendi nella torre della contraerea erano fatte di marmo, bronzo e terracotta, ma quelle di stucco o legno non sono sopravvissute. Anche i quadri, come quello di Caravaggio, sono probabilmente andati distrutti a causa della fragilità del materiale».

Dopo la seconda guerra mondiale, le «Brigate trofei» dell’Armata rossa sottrassero più di 2,6 milioni di opere d’arte dalla Germania Est, considerandole una riparazione per i saccheggi e la distruzione del patrimonio culturale sovietico da parte delle truppe tedesche. Nel 1958, in segno di amicizia verso il regime comunista della Germania Est, l’Unione Sovietica restituì circa 1,5 milione di opere alla Germania; tra queste anche i fregi dell’altare di Pergamo. 

Restano in Russia e negli stati dell’ex Unione Sovietica circa 1 milione di oggetti, oltre a milioni di libri e materiale d’archivio. La Germania li considera una sua proprietà, ma la Russia ha rifiutato di restituirli, considerandoli una compensazione per le sue perdite. Nel 1996 la Duma approvò una legge in cui li dichiarava proprietà russa. Finora gli sforzi politici per trovare una soluzione sono falliti. I progetti di ricerca congiunti dei musei intendono localizzare, identificare, restaurare ed eventualmente esporre i tesori mancanti. Il 19 maggio, Hermann Parzinger, presidente della Stiftung Preussischer Kulturbesitz, ha dichiarato: «Non possiamo escludere di scoprire altro». I risultati finali della ricerca non saranno pubblicati prima del 2019, ha dichiarato. 

Catherine Hickley, 20 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

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