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Una veduta generale della Sala 1 © MC DRAC / SRA PACA – Luc Vanrell

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Una veduta generale della Sala 1 © MC DRAC / SRA PACA – Luc Vanrell

500mila visitatori per il clone della grotta sottomarina

Da giugno si potrà visitare a Marsiglia la grotta Cosquer, non l’originale, ma la sua copia, creata per un'esigenza di conservazione del sito originale

Luana De Micco

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Da giugno si potrà visitare a Marsiglia la grotta Cosquer, non l’originale, raggiungibile solo immergendosi in mare nel parco delle Calanques, a 37 metri di profondità, ma la sua copia: una riproduzione (quasi) perfetta realizzata nella Villa Méditerranée, accanto al Mucem. La Regione Provenza, che ha investito nel progetto 10 milioni di euro (su 23 di costi), conta di attirare 500mila visitatori ogni anno.

Una stima che si ispira al successo di esperienze precedenti: le riproduzioni delle grotte di Lascaux, in Dordogna, una regione ricca di siti preistorici, e Chauvet, in Ardèche. Intorno a questi «cloni» di capolavori dell’arte parietale si è affermato negli anni un reale fenomeno in Francia. Le copie nascono innanzitutto da esigenze di conservazione dei siti originali.

Nel caso della grotta Cosquer, si sa che i suoi affreschi di foche e pinguini, realizzati 33mila e 19mila anni fa, sono destinati a scomparire per l’innalzamento del livello del mare. Ad allertare gli scienziati sulla fragilità di questi siti era stato il caso della grotta di Lascaux, scoperta nel 1940 e chiusa al pubblico nel 1963 perché i suoi affreschi di 17mila anni fa erano minacciati dalle muffe.

Aveva accolto fino a 1.800 visitatori al giorno. Sin dal 1972 si decise di realizzarne una copia e nel 1983, al termine di un monumentale cantiere, fu inaugurata Lascaux II, una copia parziale. All’epoca non si sapeva come avrebbe reagito il pubblico. Ma si è visto molto presto che questi «cloni» sempre più hight-tech, su cui lavorano squadre di geologi, archeologi, architetti, scenografi, trainano il turismo locale. Nel 2015 ha aperto Chauvet II, copia esatta della grotta originale, scoperta nel 1994 a Vallon-Pont-d’Arc e mai aperta al pubblico per proteggere le sue opere di 36mila anni fa.

Budget: 57 milioni di euro. Il primo anno il sito ha accolto 600mila visitatori. Fino al 2019, la sua frequentazione si era stabilizzata sui 345mila visitatori. Ormai il sito viene considerato la «locomotiva turistica» della regione: dati del febbraio 2020, mostrano che in 5 anni l’apertura della Chauvet II ha generato 114 milioni di euro di introiti per l’Ardèche, sul Massiccio Centrale, che vive soprattutto di turismo. Quando si constatò che Lascaux II, realizzata troppo vicina al sito originale, ne minacciava a sua volta la conservazione con i suoi 250mila visitatori all’anno, a fine 2016 fu aperta Lascaux IV, questa volta una copia in scala 1:1. Altro budget stratosferico: 66 milioni di euro.

Il primo anno Lascaux IV ha accolto 500mila visitatori, 20% in più del previsto. Intanto, dal 2012, fa il giro del mondo Lascaux III, la versione digitale della grotta, il cui tour mondiale è stato sospeso nel 2020 a causa della pandemia. Nel frattempo Lascaux III è diventata «Lascaux Expérience» e si visita col casco di realtà virtuale. Fino a maggio è al Préhistomuseum di Liegi.

Leggi anche: Il clone perfetto. Chi decide usi leciti e illeciti

Una veduta generale della Sala 1 © MC DRAC / SRA PACA – Luc Vanrell

Luana De Micco, 25 marzo 2022 | © Riproduzione riservata

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