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Chiara Coronelli
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In collaborazione con il MuFoCo, la Triennale espone 150 opere della Collezione Donata Pizzi
A differenza della prima ondata che chiedeva uguaglianza giuridica, dalla fine degli anni Sessanta il movimento femminista rivendica il riconoscimento della peculiarità del pensiero femminile. Nel mondo dell’arte questa nuova consapevolezza si avvia nel 1971, quando Linda Nochlin nel suo «Perché non ci sono state grandi artiste?», denuncia la discriminazione subita dalle donne anche in campo creativo. Raffaella Perna comincia da qui a raccontare «L’altro sguardo. Fotografe italiane 1965-2015», la mostra di cui è curatrice, allestita alla Triennale dal 5 ottobre all'8 gennaio.
Prima a nascere dalla partnership con il MuFoCo di Cinisello Balsamo, la rassegna intende ricostruire il filo di uno sguardo femminile in Italia, attraverso una cinquantina di autrici appartenenti a generazioni diverse, e delle quali sono esposti 150 tra lavori e volumi fotografici, selezionati dalla Collezione Donata Pizzi (catalogo Silvana Editoriale). È proprio la voglia di dare voce al contributo delle donne che spinge la fotografa Donata Pizzi a mettere insieme una raccolta che documenta gli episodi più rilevanti degli ultimi 50 anni, e dove «i temi nevralgici, scrive la Perna, sono la centralità del corpo e delle sue trasformazioni, la necessità di dare voce al vissuto personale, quotidiano e familiare, il rapporto tra la memoria privata e quella collettiva».
La rassegna si articola in quattro sezioni in ordine cronologico: «Dentro le storie», con le pioniere del fotogiornalismo italiano, tra le quali Letizia Battaglia, Paola Agosti, Lisetta Carmi e Carla Cerati; «Cosa ne pensi tu del femminismo?», con la lotta per il riconoscimento di nuovi modelli di rappresentazione, portata avanti da fotografe come Agnese De Donato, Liliana Barchiesi e Gabriella Mercadini; «Identità e relazione» dove, tra le altre, Paola De Pietri, Allegra Martin, Anna Di Prospero e Alessandra Spranzi «preferiscono storie minori, più intime e personali»; e infine «Vedere oltre» dove artiste come Marina Ballo Charmet, Monica Carocci, Luisa Rabbia, Sara Rossi e le più giovani Rä di Martino e Silvia Camporesi, si muovono lungo il confine tra arte e fotografia. Il percorso è arricchito dall’installazione «Parlando con voi», dall’omonimo libro di Giovanna Chiti e Lucia Covi.
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