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20 mln in provincia di Foggia

Massimiliano Cesari

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Restauri nell’area sepolcrale Capparelli, nelle chiese romaniche di San Leonardo e di Santa Maria Maggiore di Siponto e nello straordinario complesso del Santuario di San Michele Arcangelo 

Il sito archeologico degli ipogei cristiani in località Capparelli è stato riaperto a un anno dagli atti di vandalismo che hanno suscitato la dura reazione del sindaco Angelo Riccardi. I fondi impiegati per il recupero e la valorizzazione del sepolcreto paleocristiano (V-VI secolo d.C.), legato alla figura dell’archeologo lucchese Silvio Ferri (1890-1978), autore di numerose campagne di scavo e pubblicazioni sul sito, sono ammontati a quasi 1,4 milioni di euro, stanziati dal Ministero dei Beni culturali (su richiesta della Regione Puglia) attraverso il Programma Operativo Interregionale (Poin) «Attrattori culturali, naturali e del turismo» 2007-13.

Il programma ha destinato ben 20 milioni di euro a numerosi beni culturali della città (San Leonardo e Santa Maria Maggiore di Siponto; il fossato e il Castello Svevo-Angioino; l’ex-Convento di san Francesco  che sarà la sede dell’archivio storico del Comune), facenti parte dell’Ecomuseo progettato da Comune di Manfredonia, Regione Puglia, Soprintendenza per i Beni archeologici, Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, Parco Nazionale del Gargano e Università degli Studi di Foggia.

Il primo lotto di interventi per l’area sepolcrale Capparelli (se ne prevedono altri due per un totale di 5 milioni di euro) ha riguardato essenzialmente (dopo decenni d’incuria e abbandono) la messa in sicurezza e la riqualificazione della zona attraverso la realizzazione di una recinzione leggera, la sistemazione e la cura del verde e il consolidamento degli ipogei (i sei più estesi) con più urgenti problemi di staticità. Per migliorare la fruibilità delle strutture sono stati ridefiniti i percorsi e progettati impianti di illuminotecnica e installazioni multimediali che permettono di incrementare la conoscenza del sito. Tuttavia il lavoro da fare resta ancora tanto: l’auspicio è quello di estendere in futuro il parco agli altri ipogei non ancora ispezionati.

C’è inoltre da segnalare una notizia poco confortante sul piano della tutela, il progetto di un grande deposito di gpl, con relative infrastrutture, che dovrebbe sorgere proprio nella zona limitrofa agli ipogei. Se fosse confermato, potrebbe vanificare la recente azione di recupero.

San Leonardo e Santa Maria Maggiore di Siponto

Strettamente connesse al parco archeologico di Siponto sono le due chiese romaniche di San Leonardo e di Santa Maria Maggiore, per il cui restauro, che si concluderà nei prossimi mesi, sono stati stanziati 11 milioni di euro. Per quanto riguarda la chiesa abbaziale di San Leonardo o di Lama di Volara, da cui proviene il Crocifisso in legno dipinto della fine XII secolo ora collocato nella Cattedrale di Manfredonia e che è famosa per il fenomeno del raggio di sole che nel solstizio d’estate entra da un foro della volta e va a colpire l’ingresso, sono in fieri opere di consolidamento e ristrutturazione del complesso comprendente anche l’area conventuale e la domus hospitalis dei cavalieri teutonici (XIV secolo). 

In Santa Maria Maggiore, l’antica Cattedrale di Siponto edificata nell’XI secolo (probabilmente su un edificio di epoca romana), che ha «l’Oriente dentro di sé, come il sangue sta nelle vene» (Cesare Brandi), si sta provvedendo a recupero architettonico e valorizzazione della
basilica paleocristiana e dei due livelli della chiesa romanica, con particolare attenzione al risanamento delle coperture mediante la progettazione di sistemi di regimentazione e deflusso delle acque piovane. Sono previsti anche nuovi interventi di messa in luce dei reperti affioranti nell’area archeologica circostante. Nella zona antistante alla chiesa sarà inoltre realizzato un parcheggio attrezzato, privo di barriere per una più agevole fruizione del monumento.

La «Cittadella Micaelica»

Grazie al Poin «Attrattori culturali» anche il complesso architettonico sviluppatosi intorno e sulla Sacra Grotta dell’arcangelo Michele di Monte Sant’Angelo (uno dei più antichi santuari della cristianità) è oggetto di lavori di restauro per 2 milioni e mezzo di euro (direzione lavori di Lucia Patrizia Caliandro della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia).
La «Cittadella Micaelica» comprende il Santuario di San Michele Arcangelo, che ha la dignità di Basilica minore, il Battistero di San Giovanni in Tumba più comunemente detto Tomba di Rotari, i resti della chiesa altomedievale di San Pietro, la chiesa di Santa Maria Maggiore e la Chiesa della Madonna della Libera. 

Nel Battistero di San Giovanni in Tumba, cui si accede dall’abside di San Pietro, si è intervenuti sulle apparecchiature murarie, con trattamenti deumidificanti delle pareti interne, e si è provveduto all’integrale rifacimento della pavimentazione interna in cocciopesto. Nella vicina Santa Maria Maggiore (già oggetto di restauro negli anni Settanta) si è provveduto alla pulitura e al restauro dei portali, dei rilievi scultorei e degli affreschi interni che sono stati oggetto anche di revisione dei consolidamenti, rimozione e rifacimento delle stuccature inidonee e integrazione pittorica. 

Per quanto riguarda il Santuario di San Michele Arcangelo, oltre al monitoraggio del più sofferente degli affreschi staccati (il Custos Ecclesiae) e agli interventi sui due portali di accesso del XIV e XIX secolo, di particolare rilievo è stato il restauro della straordinaria porta bronzea della Sacra Grotta, realizzata a Bisanzio nel 1076. La complessa operazione condotta presso i laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze ha comportato lo smontaggio delle 24 formelle che compongono le ante (e la relativa scoperta che ognuna di esse reca un’incisione che ne identifica la posizione esatta) e diverse analisi diagnostiche sui materiali, sulle patine, sulle decorazioni policrome (a niello e ad agemina), compresa la datazione tramite C14 della struttura lignea. 

Lavori di consolidamento hanno interessato anche l’ottocentesca Chiesa della Madonna della Libera, che sorge poco distante dall’atrio superiore del Santuario.

La Cittadella è stata dotata di dispositivi multimediali (schermi olografici, videowalls con ricostruzioni 3D e un’applicazione web-based per smarphone e altri terminali scaricabile gratuitamente dal sito della Soprintendenza), con le informazioni essenziali sui monumenti. Durante le visite serali, un sistema di illuminazione «intelligente», sincronizzato con un apparato audio, aiuterà i visitatori ad approfondire la conoscenza dell’articolato complesso e del programma iconografico dell’Antico e del Nuovo Testamento a esso connesso.

Massimiliano Cesari, 15 marzo 2016 | © Riproduzione riservata

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