1956-57 (?), Briganti dopo un lungo silenzio

Pubblichiamo in esclusiva cinque lettere introdotte da Laura Laureati, allieva dello storico dell'arte romano e autrice del volume pubblicato da Archinto

Foto di gruppo alla festa per il numero 100 della rivista «Paragone» nel 1958. Foto di Ugo Mulas
Laura Lombardi |

Grazie alla gentile concessione di Archinto, editore di Giuliano Briganti, Roberto Longhi. Incontri. Corrispondenza 1939-1969, nelle librerie dal primo febbraio, pubblichiamo in esclusiva in anteprima alcuni estratti del carteggio contenuti nel volume. La curatrice Laura Laureati spiega com’è nata l’idea di questo libro.

«Nel 2009 ho trascritto, secondo un regolamento allora vigente alla Fondazione Longhi, le prime ventidue lettere di Giuliano Briganti a Roberto Longhi e ho potuto avere le fotocopie delle restanti quattordici per la cortesia di Maria Cristina Bandera, direttrice scientifica della Fondazione.

Proseguivo così un lavoro sulla corrispondenza di Briganti avviato anni prima, quando avevo trascritto le lettere di Carlo Ludovico Ragghianti a Giuliano, poi pubblicate da me su «Paragone» nel 2003, nel numero della rivista dedicato allo studioso nei dieci anni dalla morte. Oltre alle lettere di Briganti a Longhi c’erano quelle di Longhi a Giuliano nell’archivio Briganti a Roma.

La mia intenzione era in realtà di scrivere una biografia intellettuale di Briganti; mi sono resa conto, tuttavia, di quanto fosse difficile per me realizzare questo progetto, dato il rapporto affettivo che, come allieva, mi aveva legato al mio maestro per tanti anni. Lo studio di questa corrispondenza è comunque un lavoro sulla biografia di Briganti, forse più aderente al carattere “asistematico” di Giuliano.

Di Briganti, oltre al suo insegnamento, mi si è sempre piaciuto il carattere mite, morbido e dolce, che mirava alla conciliazione. Riusciva ad andare d’accordo con tutti, anche con Argan che proveniva da una formazione molto diversa dalla sua.

Quando nel 2018 Giovanni Agosti si rivolse a Luisa Laureati Briganti per chiederle di studiare il rapporto di Giuliano con Longhi, lei spiegò che io stavo già lavorando sul carteggio tra i due studiosi. Così abbiamo deciso di dividerci i compiti: Agosti ha studiato gli scritti di Briganti su Longhi e io il carteggio».


1956-57?

Gentile Professore,
si sarà chiesto qualche volta che sia accaduto di me che sono sparito da tanto tempo dal giro del suo orizzonte. E non saprei dargliene giustificazioni oltre le note, del resto non troppo valide, che lei ben conosce. Zeri sostiene che ho una lunghissima eclissi, come le comete, e solo complicatissimi calcoli potrebbero prevedere il mio apparire e sparire. Comunque questa volta penso di avere esagerato e ci si è aggiunta la sfortuna che non ero a Roma quando lei venne l’ultima volta sì che ho mancato l’occasione di seguirla nella sua corsa a Napoli, il che mi dispiacque enormemente.

Spero che lei sia ancora una volta comprensivo e che non me ne voglia per un così lungo silenzio e che non immagini, soprattutto, che io mi sia allontanato in qualche modo da lei, il che non potrebbe mai accadere. E spero anche che non pensi che abbia passato tutto questo tempo in una sorta di letargo o sostanzialmente distratto dagli studi dalle contingenze della vita alquanto difficile che mi sono scelto ma che, dopo tutto, non è tale da giustificare in alcun modo la mia inattività.

So bene che lei ha tutto il diritto di pensarlo e di dispiacersene dato che, per esempio, non ho mandato più nulla per «Paragone» e non le ho mai parlato né scritto di quello che sto facendo. Il fatto è che quasi mi vergogno di dirle ancora del mio libro al quale sto attendendo da troppo, troppo tempo. Il mio modo di procedere è di una lentezza esasperante e non vale la pena ora analizzarne il perché.

Tuttavia sono abbastanza contento di quello che ho scritto e spero che anche a lei non dispiacerà. Pietro da Cortona è un semplice filo conduttore che mi ha servito per un’analisi di vari aspetti del Seicento, un filo che mi ha fornito l’occasione di prelevare come un campione da vari strati, non certo tutti, della cultura artistica seicentesca con un procedimento che mi è costato molta fatica (un altro l’avrebbe risolto certo più brillantemente e soprattutto in tempo più breve) che forse non apparirà dai risultati. Ho quasi finito. Virtualmente potrei fermarmi anche al punto in cui sono, dato soprattutto che la parte per così dire monografica è da tempo fini- ta, ma vorrei ancora, mi scusi la brutta immagine, estrarre qualche campione di aspetti rappresentativi e concreti per dare maggiore concretezza al testo. Comunque dentro l’estate avrò finito e le porterò il tutto.

Un’altra cosa che farò sicuramente dentro l’estate è di andarmene da qui e ho già cominciato a cercare casa. Non è facile, ma se non troverò quello che cerco mi adatterò in qualsiasi posto.

Ho finalmente ritirato da via Carducci e ho qui presso di me la cartella dei suoi disegni del Volterrano. Quando lo dissi a Chiara speravo che glieli avesse portati lei stessa, ma evidentemente non aveva ben capito di che si trattava. Volevo darli giorni fa a Marisa Volpi che veniva a Firenze, ma lei non c’era. Glieli farò avere quindi alla prima occasione: o dalla Griseri che dovrebbe venire a Roma o quando verrò io stesso. E mi scusi, la prego, anche di questo ritardo.

Spero vederla tanto presto e voglia accettare il più affettuoso abbraccio dal suo Giuliano


LEGGI l'anteprima esclusiva di una parte del carteggio

Giuliano Briganti, Roberto Longhi, «Incontri. Corrispondenza 1939-1969»,
a cura di Laura Laureati pp. 201, Archinto, Milano 2021, € 18

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Laura Lombardi