150 milioni in tre anni per i locali storici

Il disegno di legge promosso dal vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio per tutelare e valorizzare i locali storici italiani

Il Ristorante del Cambio
Arianna Antoniutti |

Un disegno di legge per tutelare e valorizzare i locali storici italiani. È questa l’iniziativa promossa dal vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, per creare un fondo di 150 milioni di euro (50 milioni di euro l’anno, nel triennio 2023-25), sotto l’egida del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Esistono precise prerogative per potersi fregiare del titolo di locale storico: avere almeno 70 anni di attività, conservare ambienti e arredi originali, possedere documentazione su avvenimenti e frequentazioni illustri.

Al momento sono 200 i soci dell’Associazione Locali Storici italiani, nata nel 1961 a Milano. Fra i locali associati, figurano il Caffè Greco a Roma, i caffè storici Fiorio, Torino, San Carlo, Platti e Bicerin di Torino (ben 17 locali storici in città, compreso il Ristorante del Cambio), l’Hotel Bernini Palace di Firenze, luoghi ricchi di memorie storiche e cimeli. Ma il disegno di legge prevede di ampliare il piano di sostegno e tutela, ad almeno altre 100 realtà italiane, non iscritte all’Associazione, ma comunque rispondenti ai requisiti richiesti.

Enrico Magenes, presidente dell’Associazione, è fiducioso sugli sviluppi dell’iter legislativo: «Si tratta di un provvedimento trasversale e democratico, atto a tutelare realtà che fanno parte del patrimonio del nostro Paese. I locali storici, che hanno una media di 150 anni di vita, sono veri e propri attrattori, mete d’interesse per il turismo, soprattutto internazionale, che qui vuole vivere un’esperienza unica, non replicabile. Nell’era dell’appiattimento dei centri storici delle città, i turisti qui ricercano l’arte dell’accoglienza italiana, in contesti davvero irripetibili. Penso ad esempio al Ristorante “12 apostoli” di Verona, frequentato da D’Annunzio. Nelle sue cantine si trova una strada lastricata di epoca romana. Sembra davvero di fare un viaggio nel tempo. È un’eredità storica che va tramandata».

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