12 artisti alla terza Biennale di Saint-Paul de Vence

Curata da Ludovic Delalande e Claire Staebler, la rassegna internazionale dedicata all’arte emergente porta una ventina di opere nelle strade e piazze cittadine

«Primordial Soup (flamingo)» (2023) di Jean-Marie Appriou, Foto Ed Mumford
Luana De Micco |  | Saint-Paul de Vence

La terza Biennale internazionale d’arte di Saint-Paul de Vence si tiene dal 3 giugno al primo ottobre. Dopo l’edizione del 2021 dedicata alla scena artistica emergente (ritardata a causa della crisi sanitaria) , questa nuova edizione, sotto la presidenza del critico d’arte Olivier Kaeppelin, s’ispira all’universo e all’immaginario simbolico degli uccelli. Il titolo è «Au hasard des oiseaux»Uccelli a caso», preso in prestito da una prosa di Jacques Prévert).

Una scelta che i due curatori, Ludovic Delalande, storico dell’arte responsabile dell’Open Space della Fondation Vuitton, e Claire Staebler, curatrice indipendente, hanno spiegato così: «Simbolo di libertà, del movimento che si affranca dalle frontiere, dalle geografie, dai poteri e dagli uomini, gli uccelli, di cui alcune specie sono a rischio estinzione, sono anche diventati le sentinelle di una natura in pericolo che è urgente preservare e proteggere. Ascoltare e osservare gli uccelli c’invita a prendere coscienza dell’ambiente in cui viviamo e della diversità del mondo vivente, della sua poesia e della sua fragilità».

Gli artisti selezionati, di origini e generazioni diverse, sono una dozzina. Le opere, una ventina in tutto, molte  realizzate per l’occasione, sono disseminate nelle vie e nelle piazze dello storico borgo provenzale amato da Picasso e Chagall (nonché sede della Fondation Maeght), che negli ultimi anni ha cambiato volto proprio grazie all’arte contemporanea. Sulle mura di cinta sono installate le opere di Alex Ayed e Xavier Veilhan (tra queste, «L’Oiseau n. 3», 2021), nelle piazze i lavori di Jean-Marie Appriou, Katia Kameli, John Cornu e Caroline Mesquita, nella cappella quelli di Giulia Andreani. Le opere di James Webb e Tadashi Kawamata sono allestite sugli alberi. L’installazione immersiva di Diana Thater investe invece l’Espace Verdet.

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Luana De Micco