«Tensione Continua» a San Gimignano
Nella galleria toscana il tema scelto lega opere dedicate alle differenti declinazioni delle tensioni umane

Sino al 14 gennaio alla Galleria Continua una mostra riunisce artisti dell’archivio con altri esterni, anche di epoche passate. Il tema scelto dal curatore, Carlo Falciani, ed espresso nel titolo «Tensione Continua», lega opere dedicate alle differenti declinazioni delle tensioni umane, facendo dialogare il panorama globale con quello locale.
Il percorso parte dalla tensione relativa alle forze che regolano l’universo capaci di generare poesia: così al trattato Sidereus Nuncius di Galileo Galilei, con le sue incisioni delle fasi lunari, si affiancano le ricerche di Arcangelo Sassolino o di Sun Yuan e Peng Yu, ma anche quelle di Giuseppe Penone e di Cai Guo-Qiang.
Arriva poi la «tensione erotica» come motore espressivo con Jonathas De Andrade, le fotografie di Hans Bellmer e le cere di Berlinde De Bruyckere. Lo spazio del teatro accoglie il nucleo riservato alla «tensione sociale» attraverso lo sconcerto di una collettività che nel metaverso vive immersa nello scintillio apparente di un tempo luminoso che però si fa tagliente nell’opera di Kader Attia, funereo in Ai Weiwei, opaco e colmo dell’odore acre della combustione in Adel Abdessemed. A commento, le tensioni novecentesche, con Renato Guttuso, Alberto Burri o Gina Pane, fino alla violenza di stato con Marcelo Cidade.
Il «Sacrificio di Marco Curzio» di Jacopo Pontormo simboleggia l’immolazione del singolo per la salvezza della società intera. Infine, si giunge al grado più alto di tensione, quello contemplativo, al quale lo spettatore è guidato dalle pagine delle Rime di Michelangelo in cui la bellezza terrena rappresenta il primo gradino verso l’assoluto; qui troviamo Francesco Vezzoli ma anche, per la contemplazione nel quotidiano, Giorgio Morandi e Luigi Ghirri. L’ulteriore gradino, oltre la contingenza, è evocato dal mare immoto di Hiroshi Sugimoto, dalla trasfigurazione cristallina dei propri organi compiuta da Chen Zhen, fino all’assenza di qualunque immagine nelle forme assolute di Ettore Spalletti e di Massimo Bartolini.