«Il più potente e controverso curatore artistico vivente»

È così che la stampa del tempo descriveva Henry Geldzahler

«Henry Geldzahler and Christopher Scott», di David Hockney. © 2019 Christie's Images Ltd
Elena Correggia |  | New York

Carismatico, assai poco diplomatico e descritto dalla stampa del tempo come «il più potente e controverso curatore artistico vivente», Henry Geldzahler (1935-94) ha senza dubbio rappresentato una delle figure più influenti nell’ambiente culturale newyorkese della seconda metà del Novecento.

Per 18 anni fu curatore di arte americana e poi di arte contemporanea al Metropolitan Museum of Art dove nel 1969, a soli 34 anni, seppe farsi notare allestendo «New York sculpture&painting: 1940-1970», una mostra destinata a lasciare un segno indelebile nella storia dell’istituzione museale, un «trionfo dell’arte americana», secondo la rivista «The New Yorker». Innanzitutto per le dimensioni (408 opere) e la portata innovativa dei 43 artisti coinvolti, fra cui Arshile Gorky, Jackson Pollock, Frank Stella, David Smith, Andy Warhol, Jasper Johns, Mark Rothko e Robert Rauschenberg.

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