«B.A.R.O.C.K.» in Fondazione e al Castello

Quattro artiste (Eicher, Simons, Stevenson e Thyes) chiamate più che a esporre a intervenire sui luoghi, alla Stiftung Olbrich e allo Schloss Caputh

«Boundery 1» (2019) di Margret Eicher. © VG Bild-Kunst, Bonn 2019
Francesca Petretto |  | Berlino

Una mostra in due sedi diverse, rispettivamente la Wunderkammer della me Collector Room di Stiftung Olbrich e lo Schloss Caputh di Berlino: è questa «B.A.R.O.C.K.» che dal 4 maggio al 31 ottobre promette uno spettacolo in due atti, in cui il primo è semplice introduzione al secondo.

Le attrici sono quattro artiste, Margret Eicher, Luzia Simons, Rebecca Stevenson e Myriam Thyes, chiamate più che a esporre a intervenire sui luoghi. Le loro messe in scena puntano a evocare nel pubblico sentimenti affini a quelli dell’epoca del Barocco e a esaltarne un coinvolgimento sensuale: come nel XVII secolo il nostro tempo è complicato da fenomeni sociali e fermenti politico-religiosi che, aggravati dalla dimensione globalizzata, danno la sensazione di un’imminente fine apocalittica.

L’arte contemporanea, come quella seicentesca, trae energia e forza espressiva dal superamento fittizio, nel prodotto artistico,
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