È ancora difficile capire l’arte di Caroto

La monografia che accompagna la mostra di Verona propone nuove letture, evidenziando le qualità di ritrattista, aggiornando il catalogo e le datazioni

«Madonna con Bambino con San Francesco e Santa Caterina» (1523) di Giovan Francesco Caroto
Camilla Bertoni |

«Difficile ancora oggi per noi capire l’arte di Giovan Francesco Caroto». Così scrive Sergio Marinelli, tra gli autori della monografia Giovan Francesco Caroto (1480 circa- 1550), a cura di Francesca Rossi, Gianni Peretti, Edoardo Rossetti, Silvana Editoriale. Veronese, ma di origine lombarda, Caroto «è un artista complesso, con attenzioni al mondo lombardo tra Mantova e Milano, dove si registrava la presenza di Leonardo, e a quello emiliano», ha spiegato alla presentazione del volume la storica dell’arte Maria Teresa Franco Fiorio, autrice nel 1971 della prima importante monografia dedicata al pittore.

A cinquant’anni da quella pubblicazione, completato nel 2020, ma presentato solo a novembre scorso a causa della pandemia, il volume aggiorna gli studi su Caroto, come la stessa Fiorio ha ricostruito, proponendo nuove letture, evidenziando le qualità di ritrattista, aggiornando il catalogo e le datazioni.

Pittore viaggiatore, Caroto ha lasciato opere a Mantova, dove lavorò alla corte dei Gonzaga, a Milano, dove fu al servizio di Antonio Maria Visconti, personaggio qui identificato, a Casale Monferrato, alla corte del marchese Guglielmo Paleologo, oltre che a Verona dove ricevette le committenze, tra le altre, di Giulio Della Torre. «Un volume frutto del connubio tra studiosi di arte veronese e di arte lombarda», come ha detto Francesca Rossi, mentre preparava la mostra di Verona che «rappresenta un ulteriore gradino nella conoscenza di questo artista».

Giovan Francesco Caroto (1480 circa- 1550),
a cura di Francesca Rossi, Gianni Peretti, Edoardo Rossetti, 240 pp., 150 ill., Silvana, Milano 2020, € 39

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