È ancora da «ricucire» il rudere di Cascia

Nella Valnerina umbra nel 1565 fu iniziata la costruzione di Santa Maria della Neve, chiesa a pianta ottagonale di ispirazione bramantesca, che dal terremoto del 29 settembre 1979 ha intere pareti crollate

La chiesa di Santa Maria della Neve a Cascia (Pg)
Stefano Miliani |  | Cascia (Pg)

Vicino a Cascia nella Valnerina umbra nel 1565 fu iniziata la costruzione di Santa Maria della Neve, chiesa a pianta ottagonale di ispirazione bramantesca seguendo il modello della Consolazione di Todi (1508-1607) e del marchigiano Tempio di Macereto (1529-56). Dal terremoto del 29 settembre 1979 è un rudere con intere pareti crollate.

Stefano D’Avino, architetto e professore all’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara, ha preso meritoriamente a cuore le sorti del monumento e ha promosso un appello al ministro Dario Franceschini raccogliendo in breve oltre 150 firme. Il testo recita: «Le strutture originarie superstiti appaiono pericolanti, mentre degli affreschi realizzati fra il 1570 e il 1584 dai maestri mevalesi Camillo e Fabio Angelucci non rimangono che labili tracce. Ciò nonostante […] è intatto il suo valore di testimonianza autentica... La chiesa ha resistito bene a molti terremoti ma non a quello del 1979 a causa di una cordolatura in calcestruzzo armato inserita tra gli anni ’50 e ’60, pratica allora assai comune», spiega a voce D’Avino.

L’architetto ha presentato da anni un progetto esecutivo alla Soprintendenza umbra «ma la proprietà, la Diocesi, ha tante urgenze. Servono finanziamenti, per cui deve occuparsene il Ministero». Lo studioso sintetizza così il progetto: «I resti hanno un impatto formale ed estetico notevolissimo. La soluzione è riproporre l’immagine della chiesa con forme ben distinguibili e contemporanee, subordinandole ai materiali e alla struttura originari. Non si parla di “ricostruire” una nuova architettura sui ruderi quanto di una ricucitura tra le parti vive attraverso segni delicati per salvaguardarne la memoria e trascriverne le forme ancora leggibili».

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