C+N Gallery CANEPANERI ha inaugurato il 13 settembre la nuova stagione con la personale «Something from Nothing» dedicata a Olivia Parkes (Londra, 1989), che presenta una serie di nuovi dipinti.

La mostra, visibile sino al 13 ottobre, è accompagnata da un testo critico di Timmy Straw. Parkes, che attualmente vive e lavora a Berlino e che ha conseguito una laurea presso la Wesleyan University e la Berlin University of the Arts, espone un corpus di opere che stimola una riflessione sul «vedere», sulla possibilità di produrre una presenza muovendo dalla condizione dell’assenza.

Specchi, porte, finestre, gabbie, piume, alberi e animali favolistici compongono un mondo visuale in cui vuoto e pieno coesistono simultaneamente. «Missive dell’impossibilità», come le definisce Straw, danno vita a lavori come «Don’t Be Sorry» (2023) in cui un fiore sfugge al motivo della carta da parati per giacere inerte sul pavimento.

L’artista indaga la pittura come se fosse un portale, un passaggio tra regni interni ed esterni, fra il mondo reale e un ipotetico «altrove». Alla base delle opere c’è la comprensione della lunga storia della pittura concepita come una finestra. A un esame più attento, però, le finestre di Parkes sono rotte, o forse sono porte, anche se non si aprono.

I dipinti di volta in volta suggeriscono e impediscono simultaneamente la possibilità di passaggio. Presentati spesso sotto-sopra, con quella tendenza all’inversione tipica dell’autrice, i soggetti mettono in evidenza il carattere fallace della percezione visiva, ritenuta spesso ingannevole e illusoria. Le pennellate dai colori vividi e vibranti non fanno altro che enfatizzare la stranezza dei luoghi proiettando la loro intensità e il senso perturbante della loro estraneità al mondo.