Cover DVD (2002) di Alessandro Pessoli. Cortesia greengrassi London

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Cover DVD (2002) di Alessandro Pessoli. Cortesia greengrassi London

Gli infiniti bozzetti di Alessandro Pessoli a The Drawing Gallery

Le inedite tavole originali del film di animazione «Caligola» in un allestimento «alla Warhol»

Installare i disegni in una mostra è sempre complicato. Per quanto io ami i disegni, le esposizioni che presentano unicamente raccolte di opere su carta mi lasciano quasi sempre insoddisfatto. Ho sempre l’impressione che la disposizione verticale tradisca l’atto di disegnare, o quantomeno l’intimità da cui nasce su un piano orizzontale. Non è inoltre facile coinvolgere, in una mostra dedicata, un’attenzione abituata a essere catturata da rumori ingombranti o immagini in movimento, come quella odierna.

La mostra «Sandrinus» di Alessandro Pessoli (1963), curata da Matteo Mottin per The Drawing Hall, spazio incentrato sul disegno a Grassobbio (Bg), riesce invece tanto a suscitare un immediato impatto visivo quanto a convincere su un piano narrativo (fino al 21 ottobre). Le tavole sono disposte a coprire tutte le pareti della sala, lasciando poco o nessuno spazio tra di loro. È la sequenza di un film, o meglio di poche sole scene di un film di animazione, della durata di 10 minuti e 45 secondi. Si tratta di una serie di disegni che, come sequenze di fotogrammi, sono stati realizzata tra il 1999 e il 2002 per «Caligola», un infinito numero di bozzetti che ha impegnato l’artista per anni, finora mai davvero esibita.

Se a colpire è l’impatto, che riempie lo spazio e lo sguardo avvolgendolo nella produzione dell’opera, a trasparire è l’impegno dietro a ogni scena rappresentata. La disposizione a parete ha a tratti un effetto pop, alla Warhol, mentre la variazione nella ripetizione nella scena ricorda la narrazione biblica di un episodio illustrato per immagini, che converge verso il negativo di un sogno quando i colori pop lasciano spazio al bianco e nero. La scelta ricorda infine, nel suo complesso, la trasposizione reale di una cartella digitale, dove si può vedere tutto insieme o, piuttosto, avvicinare le singole immagini.

Lo spazio animato da Andrea Mastrovito ha un format che si ripete a ogni mostra: una sala è dedicata al disegno, considerata fondamento della pratica artistica, mentre una seconda ospita la produzione di un video realizzato per la mostra, sul rapporto tra l’artista e la sua ricerca.

Questa mostra si arricchisce però di un terzo elemento, un lungo testo che racconta di Pessoli, del film, di quegli anni e di tutto ciò che si può celare dietro a un progetto di vita. È «il montaggio di una conversazione», come scrive Matteo Mottin, narrata qui in prima persona dalla parte dell’artista, che segue il flusso di coscienza di tanti momenti messi insieme, tante riflessioni emerse nelle settimane e negli anni. Capisci che per fare 30 secondi di animazione servono 200 tavole, che «Caligola» è un ponte con la fotografia dei primi del ’900, Muybridge e il movimento, e che è un’opera incredibile, un condensato di una concezione di pittura fluida che parla, guardandosi dentro, di vita e di morte.

In questo caso, l’accezione di curatela di una mostra si può estendere al prendersi cura di una storia, che è la storia di vita di un’opera. Questo fa il testo, e questo è in fondo il senso dell’iniziativa dello spazio, al di là della pratica: restituire quello che sta dietro, come nasce un’idea, un progetto. Non di rado, essa nasce da un disegno.

Il documentario di Marco Marcassoli chiude infine «Sandrinus» con alcune riflessioni personali di Pessoli unite a uno sguardo ravvicinato sulla pratica artistica, spesso nello studio. Ma l’opera principale è in uno schermo ben più piccolo, nascosto tra i tanti disegni: al posto di una tavola al centro, si può vedere il film «Caligola» che, insieme ai personaggi, fa danzare anche i disegni tutt’attorno.
 

Cover DVD (2002) di Alessandro Pessoli. Cortesia greengrassi London

Edoardo De Cobelli, 10 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

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