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Enigmatici dischi di pietra

Francesca Petretto

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Il Museum Ulm, molto attivo nell’organizzazione di mostre di varia natura (dall’archeologica all’artistica, dalla storica alla fotografica) allestisce fino al 31 gennaio «Nero su bianco: L’enigma dei dischi di pietra del Neolitico dalla Valle del Blau», un importante appuntamento per gli appassionati di archeologia preistorica. È una finestra sulla cosiddetta Civiltà della Blautal, i cui insediamenti in zona alpina sono stati iscritti nel 2011 nei siti Unesco Patrimonio dell’Umanità con la dicitura «Siti palafitticoli preistorici attorno alle Alpi».

Sono in tutto ben 111 distribuiti nei territori delle attuali nazioni svizzera (i più), austriaca, francese, tedesca, italiana e slovena. Nel caso specifico di questa mostra, si tratta dei ritrovamenti effettuati in un villaggio di circa seimila anni fa a Ehrenstein, nei pressi dell’odierna città di Ulm. Grazie alla loro posizione nell’umido fondovalle, i resti rinvenuti delle abitazioni in legno si sono conservati in ottime condizioni. Tra i numerosi reperti portati alla luce, i pezzi più interessanti sono costituiti da oltre 200 dischi di varie dimensioni in pietra calcarea, a doppia foratura e con incisioni (nella foto, disco decorato, 3900 a.C.); testimoniano di diverse tecniche utilizzate accomunate tuttavia da somiglianze che portano a ritenere siano stati tutti realizzati in questo solo villaggio. Cercando di decifrare il mistero di quei segni, la rassegna di Ulm ne mostra una selezione esplorandone interpretazioni e usi con l’ausilio dell’archeologia sperimentale.

Francesca Petretto, 04 novembre 2020 | © Riproduzione riservata

Enigmatici dischi di pietra | Francesca Petretto

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